NON C’E’ ALCUN ripensamento: i consiglieri regionali allineati e coperti non hanno nessuna intenzione di eliminare l’indennità di fine mandato compres
NON C’E’ ALCUN ripensamento: i consiglieri regionali allineati e coperti non hanno nessuna intenzione di eliminare l’indennità di fine mandato compresa la retroattività (35 mila euro a legislatura da aggiungere al già lauto stipendio e annessi ordinari) abolita nel 2012, e reintrodotta con una votazione corsara senza alcuna discussione in aula e soprattutto senza nessuna copertura finanziaria (una quisquilia cui avrebbero facilmente provveduto in seguito).
LO SPIRAGLIO per un ravvedimento richiesto a furor di popolo, dai consiglieri “dissidenti” Antonio Tutolo, gruppo Misto, e Antonella Laricchia, 5 Stelle ma dissenziente dai colleghi accodatisi al governo Emiliano, ha sortito lo sdegnato rifiuto dei 40 consiglieri che hanno votato il ripristino del TFM. Caustica la Laricchia anche sullo strombazzato aumento al 2 per cento della trattenuta a carico dei consiglieri (il resto a carico delle casse pubbliche) quando – ha evidenziato – ad un lavoratore qualunque si richiede il 7-8 per cento.
UNA DEPLOREVOLE sceneggiata ai danni degli ignari elettori e contribuenti, iniziata il 27 luglio scorso quando 40 consiglieri si affrettarono sul finire di seduta, ad auto-votarsi furtivamente quel vergognoso regalo d’agosto, che avrà una nuova puntata martedì prossimo quando si riunirà l’assemblea regionale presieduta da Michele Emiliano assente nella dissennata seduta del 27 luglio che gli ha permesso di dire che “non ne sapevo niente”. Rimarrà della dichiarata idea di abrogare quel provvedimento?
LA VICENDA per tanti aspetti poco attinenti ad una sana etica ancorché politica, si riverbera nelle periferie della regione, come Manfredonia, non foss’altro per la presenza nel consesso governativo regionale, di due rappresentanti di Manfredonia, Paolo Campo PD e Giandiego Gatta FI, che stando a quanto viene per l’appunto evidenziato nelle polemiche correnti e in mancanza di dichiarazioni difformi, fanno parte dei 40 sostenitori della conferma del corposo emolumento. Del tutto inutile rilevare che anche qui, come nel resto della regione, i commenti riportati dalla stampa, sono improntati a beffarda delusione. Con quale animo, si va chiedendo la gente di strada, si presentano a chiedere voti e consensi? Il raccapricciante rovescio della medaglia è che li ottengono. Mistero?
È INVECE del tutto palese lo scadimento della politica. Quei 40 consiglieri spreconi pro domo suo, rappresentano l’intero arco dei partiti e movimenti oggi alla ribalta, da sinistra a destra. In un tempo in cui si dovranno eleggere numerosi (54) consigli comunali della Puglia, non sono certo di buon auspicio (non parliamo di esempi virtuosi) questi atteggiamenti espressione di una ormai consolidata forma mentis lontana dalla sana e integerrima Politica pensosa del bene comune. Impera una “malapolitica” nella quale, prima o dopo, le varie espressioni interpretative si adattano. Tipico esempio, fra i tanti, è quello del Movimento5 stelle: battagliero in nome della “liberà, onestà, e bla bla” via dicendo, fino a quando non è entrato di forza nella fortezza del Potere: allora ha spento le stelle e ha acceso la luce dell’oscurità.
CONTRO il provvedimento di ripristino del superbonus ai consiglieri regionali, i 5 Stelle, per richiamare l’ultimo esempio evidente, hanno dato battaglia contro, fino a quando Emiliano non ha aperto loro la porta magica del Potere regionale. Oggi, rimangiandosi quanto detto e fatto in precedenza, sono anch’essi gli impavidi e irriducibili sostenitori del mantenimento del “regalo d’agosto”.
Michele Apollonio
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