LA FESTA patronale in onore di Maria SS. di Siponto, eletta patrona di Manfredonia, anche quest’anno è saltata. O meglio non si svolgono, non sono s
LA FESTA patronale in onore di Maria SS. di Siponto, eletta patrona di Manfredonia, anche quest’anno è saltata. O meglio non si svolgono, non sono stati neanche programmati, i riti civili, ché quelli religiosi, pur con opportuni aggiustamenti dovuti a seguito delle necessarie misure anti pandemia, si svolgono regolarmente secondo tradizione, anzi acquistano maggiore e più avvertito valore che va anche oltre quello squisitamente religioso.
E DUNQUE: la mancata “festa grande” è da considerare una occasione mancata di fare una pur legittima festa, oppure si presenta come una opportunità per una collettiva riflessione generale, fede a parte, sulla condizione sociale, economica e, perché no, politica in cui si dibatte Manfredonia?
DA UN PUNTO di vista consumistico, il mancato allestimento delle attrazioni che accompagnano queste kermesse popolari (luminarie, luna park, banchi di dolciumi vari, eccetera) comportano una quanto meno diminuzione di denaro circolante che tuttavia ha come contropartita il “risparmio” che si realizza. Una situazione di distrazione che fa emergere gli altri aspetti che una tale ricorrenza porta in sé e che troppo spesso vengono superficializzati se non ignorati.
COME E’ SUO SOLITO, nella visione pragmatica delle condizioni con cui la città deve confrontarsi, l’arcivescovo padre Franco Moscone, coglie il senso del momento particolare. «Non guardiamo a ciò che manca – osserva nel messaggio alla popolazione – alla riduzione delle iniziative esterne, che hanno un tono minore rispetto alla memoria che ci portiamo, ma facciamo in modo che queste rinunce ci rendano cristiani più autentici e cittadini capaci di interrogarci su quanto succede, attenti non solo al presente, ma al futuro che ci sta dinanzi e di cui siamo responsabili».
RIFERENDOSI alla rinuncia della processione del sacro tavolo della Madonna che attraversava le vie cittadine accompagnato dalle preghiere del popolo, rileva che «se ci è impedito di vivere la processione in “orizzontale”, non ci è impedito di accompagnarla in “profondità”, raggiungendo così il vero senso della vita tanto personale che di comunità!».
L’AUSPICO del presule sipontino è che la «Regina di Siponto raggiunga il cuore di ogni credente e cittadino, rendendolo capace di ascolto del prossimo, di sensibilità fraterna verso tutti e di collaborazione per lo sviluppo del bene comune che qui – riprende – è sovente dimenticato e calpestato. La sfida che la Madonna si attende da noi è quella di diventare persone capaci di “profondità” interiore per collaborare a costruire una città più solidale e coesa ed una Chiesa più secondo lo stile del Vangelo».
NELL’AUGURARE infine il ritorno della festa mariana in modo da «assicurare a Manfredonia e al suo Territorio la speranza in un sicuro e solido futuro di cui ne ha tutte le possibilità e diritto», esorta alla solidarietà e alla responsabilità: «Riparti Manfredonia, non lasciarti tentare dall’io, ma scommetti sul noi».
Michele Apollonio
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