Il miracoloso crocifisso di Via San Lorenzo

Se pensate che un caldo come questo non si era mai visto e che la mancanza di pioggia a Manfredonia sia un problema recente, vi sbagliate di grosso. N

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Se pensate che un caldo come questo non si era mai visto e che la mancanza di pioggia a Manfredonia sia un problema recente, vi sbagliate di grosso. Nel 63 a.C. persino Cicerone si lamentò della ‘Sipontina siccitate’.

E a proposito della ‘siccità sipontina’, approfitto per raccontarvi una storia già narrata un pó di tempo fa, ma che di tanto in tanto mi piace tirar fuori dal cassetto. Era il 1779 e non pioveva da moltissimi mesi. Gli abitanti di Manfredonia erano disperati e i contadini erano allo stremo delle forze. Montò allora una rumorosa protesta in cattedrale per chiedere una grazia. I preti decisero di indire un ciclo di novene e preghiere, ma dopo tre mesi ancora nulla. Si pensò allora di portare in processione il Cristo crocifisso della chiesa di San Francesco, ritenuto miracoloso. Pare infatti che durante il sacco del 1620 una giovinetta trovò riparo ai piedi della statua per pregare ed un turco che voleva stuprarla fu ferito dalle spine del Cristo; negli stessi giorni un altro turco che entrò in chiesa per rubare, sferrò una sciabolata al ginocchio del Cristo da cui iniziò a sgorgare sangue alla cui vista l’uomo fuggì spaventato.

Tornando a quel giorno del 1779, la processione si snodò lungo il centro cittadino, tra canti, preghiere e disperate invocazioni dei sipontini. Arrivata in via San Lorenzo dinanzi al palazzo Delli Guanti, chiamato così dal nome del suo nobile proprietario Orazio Delli Guanti, il cielo d’un tratto si oscurò di nubi nerissime e scoppiò un violento temporale. Il Cristo crocifisso fu messo al riparo nel palazzo ed il popolo gridò al miracolo. Quando smise di piovere, i canonici tra mille sforzi cercarono di far uscire il crocifisso da palazzo Delli Guanti, ma non ci fu verso di smuoverlo da lì, poiché sembrava come infisso nel terreno.

La paura fu grande, non si sapeva cosa fare. La soluzione fu quella di togliere il Cristo dalla croce che venne riportato nella chiesa di San Francesco (dov’è tutt’oggi) e posto su un altro crocifisso, mentre la croce portata in processione venne lasciata nel palazzo.

Ancora oggi passeggiando per via San Lorenzo al civico 32, sbirciando all’insù verso il bellissimo loggiato, è possibile scorgere il miracoloso crocifisso, su cui venne incisa una frase in latino che tradotta recita all’incirca così: “A causa della carenza di acqua fonte di sostentamento, il crocifisso arrivò qui in processione dalla chiesa di San Francesco. Anno Domini 1779”.Pare che ogni qualvolta ci fossero periodi di siccità i sipontini si recassero presso il crocifisso ad invocare la grazia, memori di quel grandioso miracolo che salvò la vita alla popolazione.

Maria Teresa Valente

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