A seguito dei fatti accaduti nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha riferito ieri (21/7) a Mo
A seguito dei fatti accaduti nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, il Ministro della
Giustizia, Marta Cartabia, ha riferito ieri (21/7) a Montecitorio, presentando una articolata
documentazione che ha analizzato le violenze perpetrate ai danni dei detenuti nella struttura
campana fino ad arrivare alla situazione carceraria generale nel nostro Paese.
“Quello che è accaduto è una sconfitta per tutti – ha affermato il Ministro – quei fatti sono la
spia che c’è qualcosa che non va e che richiede azioni ampie e di lungo periodo perché non
accadano mai più”.
Ferma condanna, quindi, per le violenze attuate con crudeltà, abuso di potere, uso
smisurato della forza e, soprattutto “a freddo”.
Ma ha anche riconosciuto la carenza di personale penitenziario e le condizioni di lavoro
insostenibili, che richiedono una profonda riforma del sistema carcerario.
Sottolinea anche il disagio dei tanti agenti perbene che “devono essere fieri della divisa
che portano, e devono farlo con dignità e onore”.
E sulla “parte sana del corpo degli agenti penitenziari” si basa la riflessione che l’On.
Antonio Tasso ha offerto alla Camera dei Deputati.
“Qualche giorno prima della visita ispettiva a SMCV, nella Casa Circondariale di Foggia,
due agenti sono riusciti a salvare la vita di un detenuto, affetto da problemi psichiatrici, che
ricavando un cappio con degli asciugamani tentava di togliersi la vita” comunica in Aula il
deputato della Capitanata.
“Questo detenuto, poi, condotto nell’infermeria del penitenziario, in preda ad una crisi
nervosa, ha distrutto alcune apparecchiature ed oggetti di arredo”.
“Ecco, Ministro, ho voluto ricordare anche questo accadimento perché è doveroso
perseguire uomini in divisa che si macchiano di gesti deprecabili ed è egualmente
necessario sottolineare l’abnegazione con cui la parte sana del corpo degli agenti
penitenziari, che è la grande maggioranza, assolve al proprio compito” prosegue Tasso,
“Un compito reso ancor più difficile dal fatto che, oltre ai detenuti senza patologie, si
debbono, poi, gestire detenuti con disturbi psichiatrici senza l’adeguato supporto di figure
mediche-specialistiche”,
“Quindi parliamo di un corpo, quello della polizia penitenziaria, che svolge un lavoro difficile,
stressante, con orari improbi e che agisce con organico sottodimensionato, rispetto alla
reale esigenza carceraria”.
Ed è proprio su queste carenze che il Vice Presidente del Gruppo Misto ha ricordato l’uscita
del bando per l’assunzione di 1300 agenti di polizia penitenziaria (non risolutivi, ma è un
inizio) ed ha esortato il pronto impiego dei fondi del PNRR riservati all’edilizia
penitenziaria per aumentare la capacità di accoglimento delle strutture carcerarie.
COMMENTI