E’stata una bravata”. Non c’è alcun collegamento tra i colpi d’arma da fuoco a salve esplosi sabato nei pressi dell’abitazione di Matteo Anastasio e l
E’stata una bravata”. Non c’è alcun collegamento tra i colpi d’arma da fuoco a salve esplosi sabato nei pressi dell’abitazione di Matteo Anastasio e l’omicidio del 42enne avvenuto domenica 11 giugno sul viale della Stazione a San Severo durante i festeggiamenti della vittoria dell’Italia agli Europei di calcio.
Nell’agguato mortale è rimasto gravemente ferito anche il nipote della vittima di sei anni, sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’altezza della colonna vertebrale. Da alcuni giorni si trova ricoverato presso l’ospedale pediatrico Giovanni Paolo XXIII di Bari. Le sue condizioni sono stabili.
A compiere il gesto due ragazzi di 17 e 18 anni. Non sapevano che l’abitazione contro la quale avevano esploso i due colpi a salve con una pistola con tappo rosso, appartenesse all’uomo assassinato pochi giorni prima.
Allertati dai genitori dei due, gli avvocati Luigi Marinelli e Michele Minischetti, si sono recati presso il commissariato descrivendo nei minimi dettagli dell’accaduto, specificando anche lo avevano fatto in altre parti di San Severo. Hanno consegnato l’arma e lo scooter.
Pare che i due ragazzi quel giorno avessero esagerato con l’alcol. “Non sono pregiudicati, sono due ragazzini” il commento di Marinelli. Al momento nei loro confronti non c’è alcuna misura.
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