Doppio appuntamento con il ddl Zan. Martedì in Commissione Giustizia, a Palazzo Madama, il relatore della legge di contrasto ai reati omofobi, il legh
Doppio appuntamento con il ddl Zan. Martedì in Commissione Giustizia, a Palazzo Madama, il relatore della legge di contrasto ai reati omofobi, il leghista Andrea Ostellari, tenta l’ultimo blitz per trovare una convergenza sulle modifiche al testo Zan, presentate la scorsa settimana. “Alle 15 si prosegue con la discussione in Commissione, poi si va in Aula dove la presidente Casellati mi chiederà se ho una relazione, io riferirò in base a quanto svolto, negli ultimi giorni e anche nelle ultime ore”, dice all’AdnKronos Ostellari. Che non esclude che la situazione potrebbe riservare qualche novità, prima dell’arrivo in Aula, con il ddl atteso, martedì, per le 16.30 nell’emiciclo, per l’inizio della discussione.
Ci sono vari inviti al dialogo, anche oggi – ricorda il leghista, citando ad esempio il leader di Iv, Matteo Renzi – . Sta a noi, dobbiamo solo decidere come proseguire il lavoro”. “E’ chiaro – avverte – che la Commissione non è in grado di terminare i lavori entro martedì”. Ostellari poi aggiunge: “L’idea di lasciare terminare il nostro lavoro, stabilendo tempi brevi e certi non è fuori regolamento, né straordinaria. Io sono ottimista di natura”, assicura e lo sono “anche per bilanciare il pessimismo che molti mostrano”.
Un extra-time, che però difficilmente potrà venire accolto. La vecchia maggioranza giallorossa è pronta a sostenere il testo in Aula così come è, con i distinguo di Italia Viva, che ha garantito di essere pronta a votare con i vecchi alleati, ma resta convinta che alcune modifiche del ddl siano necessarie. Renzi ha fatto sapere che prenderà la parola in Senato, il Pd resta fermo sul punto, insieme al M5S: “I voti per dare il via libera alla legge, se tutti mantengono quanto promesso, ci sono”. “E’ arrivato il momento per gli italiani di capire non perché sono a favore ma perché all’improvviso si voglia rimandare la decisione su questo. Con il dibattito parlamentare si va nella giusta direzione”, ha detto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ribadendo la linea della segreteria.
Sul tavolo della Commissione restano le proposte di modifica del ddl Zan, a partire dall’art. 1 che non prevede più ‘definizioni’, ma ‘finalità della legge’, mentre sparisce il riferimento all’identità di genere. Nella proposta di Ostellari si chiede, ancora, di far diventare il 17 maggio semplicemente la giornata nazionale ‘contro ogni discriminazione’, dando libertà alle scuole di adesione.
“Basterebbe sedersi e trovare la soluzione definitiva. Finora non è stato possibile, ma ci lavoreremo fino all’ultimo istante”, ha detto il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone in un’intervista a ‘Libero’. “Le parti stanno scongelandosi, finalmente ho visto prese di posizione interessanti, anche nel Pd”, ha aggiunto il renziano.
Dall’altra parte, invece Lega, Fdi e Fi hanno già fatto sapere che in Aula, senza intesa, sarà guerra, tra emendamenti, ostruzionismo e voti segreti. Di certo, a questo punto, martedì inizierà una fase complessa, con l’inizio della discussione che potrebbe impegnare per settimane i senatori, una maratona ad ostacoli che potrebbe mettere a serio rischio l’approvazione della legge.
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