È proprio il caso di dire, con tutto quanto accaduto negli ultimi giorni, che siamo arrivati alla frutta. Anche se al dolce non sarà possibile giunger
È proprio il caso di dire, con tutto quanto accaduto negli ultimi giorni, che siamo arrivati alla frutta. Anche se al dolce non sarà possibile giungere, in quanto la ‘macedonia politica’ di Manfredonia è saltata, rivelando ciò che in più occasioni noi di CON avevamo evidenziato, ovvero che la città ha bisogno di un vero rinnovamento e non soltanto di prese in giro elettorali.
Le forze che si richiamavano allo schieramento di centro-sinistra sono esplose facendo emergere contraddizioni prevedibili: alleanze di facciata, personalismi mai sopiti e ritorno sulla scena politica e all’interno delle trattative di personaggi che di Manfredonia non s’interessano mai, salvo in prossimità delle elezioni.
In questi mesi è accaduto di tutto: da una parte la rinuncia del simbolo da parte degli ex piddini (che senza un briciolo di dignità hanno rinnegato se stessi e la propria storia), dall’altra il protagonismo di alcuni soggetti che ormai da anni utilizzano ogni metodo per imporre la propria candidatura a sindaco infischiandosene della richiesta che si eleva da più parti del ‘largo ai giovani’ e ben consapevoli che non avrebbero altrimenti nemmeno un briciolo di possibilità di poter diventare almeno consiglieri.
E ancora, c’è chi si spaccia per il nuovo che avanza pur avendo avuto ruoli di rilievo nelle passate amministrazioni, il che di per sé potrebbe anche non costituire un problema, se non fosse che palesemente prendono in giro la cittadinanza dimostrando di non averne alcun rispetto.
Da sottolineareanche i salti della quaglia di chi da destra passa a sinistra e viceversa a seconda di come si sveglia la mattina, evidenziando che siamo ormai in una fase dove ciò che conta è solo conquistare palazzo San Domenico considerato alla stregua di un feudo, senza avere una visione politica né una progettualità. Per non parlare del fatto che siamo arrivati addirittura al punto di candidature a sindaco lanciate sul banco all’insaputa degli stessi candidati, vergognosamente utilizzati come pedine da improbabili giocatori forse abituati a bleffare anche nella vita pur di raggiungere i propri personali obiettivi.
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