«Voglio essere vaccinato. Subito», grida Michele Scommegna, classe 1940, in arte Nicola Di Bari, icona della musica leggera italiana con brani come «I
«Voglio essere vaccinato. Subito», grida Michele Scommegna, classe 1940, in arte Nicola Di Bari, icona della musica leggera italiana con brani come «Il cuore è uno zingaro», scampato al virus ma finito nell’ottobre 2020 in terapia intensiva per colpa di una arteria prima e di una perforazione intestinale poi. «Sono un ultraottantenne che ha subito due interventi al San Raffaele. E nessuno si è fatto vivo per il vaccino. È assurdo. Sono guarito. E per ora l’ho scampato il virus. Ma dalla regione Lombardia non ho ricevuto alcuna comunicazione. Sento solo echeggiare la parola ultraottantenni», spiega Di Bari.«Non ho ancora ricevuto l’avviso — aggiunge — pur avendo superato gli ottanta. Ho fatto la mia brava domanda-prenotazione ma tutto tace. Risiedo a Milano dal 1958. Secondo me non hanno un programma, almeno qui in Lombardia. Poi c’è gente che viene vaccinata prima senza ragioni e questo è scoraggiante. Stupidi favoritismi. Ho girato il mondo e sono arrivato alla conclusione che il nostro è un Paese di persone intelligenti che fa solo cose stupide». Il sindaco di Zapponeta Vincenzo Daloisio ha invitato Nicola Di Bari a farsi vaccinare subito nel paese natio. «Lo ringrazio per l’offerta — taglia corto Nicola Di Bari — Ma le sembra logico che io affronti un viaggio del genere solo per l’inefficienza delle strutture lombarde? No, il vaccino lo voglio qui e subito. Non vedo l’ora di salire di nuovo sul palcoscenico. Ricevo offerte in continuazione, ma senza vaccino c’è poco da fare».L’odissea sanitaria di Nicola Di Bari incomincia lo scorso autunno con un intervento all’aorta. Viene salvato da un luminare della chirurgia vascolare, il professor Roberto Chiesa al San Raffaele di Milano. «Ma le brutte sorprese non erano ancora finite — racconta Di Bari —. Non mi ero ancora ripreso dall’intervento all’aorta ed è arrivata una emorragia intestinale. Chiesa mi ha operato d’urgenza. Sono rimasto fra la vita e la morte in terapia intensiva per parecchie settimane. Inoltre la paura del contagio nelle mie condizioni mi dava ansia. Due interventi riuscitissimi. Ma, anche per colpa dell’età avanzata, la ripresa è stata lenta e faticosa. Adesso sto bene e non vedo l’ora di ricominciare a cantare in pubblico. Anche se temo per la mia voce. Sa, quella punta di “nero” nella mia timbrica. Spero che non abbia subito danni».
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