E' in arrivo una nuova stretta: la situazione peggiora e le misure da zona gialla faticano a contenere la crescita dei contagi causati dalle varianti
E’ in arrivo una nuova stretta: la situazione peggiora e le misure da zona gialla faticano a contenere la crescita dei contagi causati dalle varianti del Covid. Ma Mario Draghi e i suoi ministri scelgono di attendere i dati del monitoraggio settimanale prima di decidere quali misure in concreto adottare.
Il governo sembra infatti orientato a recepire l’indicazione del Cts sulla necessità di stabilire un automatismo e far passare in zona rossa le Regioni che superino i 250 contagi ogni 100mila abitanti. E’ inoltre probabile che vengano fissate limitazioni in tutta Italia da zona rossa per il weekend di Pasqua. Ma tra i ministri c’è chi, a partire da Roberto Speranza, spinge per rafforzare le chiusure da subito in tutto il territorio nazionale, non solo nei fine settimana. E al contrario c’è chi non vorrebbe penalizzare ancora ristoranti e negozi, neanche nei weekend. Pd, M5s e Leu si collocano su una linea rigorista, Fi, Lega e Iv frenano su nuove misure nazionali generalizzate. Di qui la scelta di un supplemento di riflessione: si valuteranno i nuovi dati e ci si tornerà a confrontare nelle prossime ore con le Regioni, poi venerdì Draghi riunirà il Consiglio dei ministri per decidere come procedere.
In campo anche gli amministratori locali, appello dell’Ordine dei Medici di Torino
Il premier, che al momento non sembra considerare l’ipotesi di un lockdown nazionale, intende decidere su basi scientifiche, non politiche: decisivi i dati. Nel pomeriggio a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio, che venerdì mattina nell’hub vaccinale di Fiumicino tornerà a parlare dell’emergenza e di come contrastarla, convoca ministri ed esperti per esaminare il parere arrivato martedì dal Comitato tecnico scientifico, che suggerisce nuove misure per arginare la crescita dei contagi. Ci sono il sottosegretario Roberto Garofoli, i ministri Mariastella Gelmini (FI), Dario Franceschini (Pd), Elena Bonetti (Iv), Giancarlo Giorgetti (Lega), Stefano Patuanelli (M5s), Roberto Speranza (Leu), i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dell’Economia Daniele Franco, il segretario generale di Palazzo Roberto Chieppa, il capo di gabinetto Antonio Funiciello, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il direttore del Css Franco Locatelli. La discussione, dicono diverse fonti, non è tesa. Ma riemerge una divergenza di fondo tra le due “anime” del governo. Tutti prendono atto del peggioramento della situazione e accolgono le preoccupazioni degli scienziati: si dicono pronti a sostenere nuovi automatismi destinati ad aumentare le zone rosse in tutto il territorio, ma secondo Speranza, Franceschini e Patuanelli rischia di non bastare. Per Iv Bonetti chiede di poter esaminare dati rigorosi, mentre Lega e Fi auspicano misure mirate, per non penalizzare Regioni come la Sardegna a basso contagio. Gli scienziati continuano a chiedere di innalzare le misure: lo fanno Brusaferro e Locatelli durante la cabina di regia a Chigi e lo ripete l’Iss nei risultati dello studio sulle varianti: “Rallentarle è possibile solo con misure severe, in quanto potrebbero avere un impatto rilevante”. I nuovi dati del monitoraggio settimanale dovrebbero fotografare l’ulteriore peggioramento della curva epidemiologica mandando di fatto quasi tutta l’Italia in zona arancione o rossa.
Il Cts suggerisce il rafforzamento delle restrizioni nelle zone gialle, perché è lì che vanno ridotti i contatti tra le persone per evitare il diffondersi del contagio, il passaggio automatico in zona rossa con un’incidenza a 7 giorni di 250 casi ogni 100mila abitanti, chiusure nei fine settimana come già avvenuto durante le festività natalizie.
Al di là delle divisioni politiche, quel che è certo è che la situazione è di nuovo molto difficile. Quasi tutti i sistemi sanitari regionali sono in sofferenza.
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