Spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale accogliendo
Spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale accogliendo il ricorso del governo contro la legge anti-Dcpm della Valle d’Aosta. Il ricorso è stato accolto,spiega una nota dell’Ufficio stampa, “limitatamente alle disposizioni con le quali la legge impugnata ha introdotto misure di contrasto all’epidemia differenti da quelle previste dalla normativa statale”.
La Corte ha ritenuto che il legislatore regionale, anche se dotato di autonomia speciale, non può invadere con una sua propria disciplina una materia avente ad oggetto la pandemia da COVID-19, diffusa a livello globale e perciò affidata interamente alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, a titolo di profilassi internazionale. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane.
Intanto oggi il ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato il nuovo Dpcm, il primo del governo Draghi, nel suo intervento alla Camera e al Senato. il nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 6 marzo, coprirà anche le vacanze di Pasqua, fino a martedì 6 aprile. E’ netto il ministro nel ribadire al Parlamento la linea della prudenza, in continuità col Conte 2. E l’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro della Salute sulle nuove misure anti-Covid. I voti a favore sono stati 359, 27 i contrari.
“Il Governo è qui in Aula con largo anticipo proprio per ascoltare con attenzione proposte e suggerimenti di tutti i parlamentari. Con lo stesso spirito, nei prossimi giorni sarò nelle competenti Commissioni per proseguire anche in quella sede il confronto con tutte le forze politiche“, dice il ministro. “Parallelamente, continua il confronto con Regioni, PPAA, Associazione Comuni italiani e Unione delle Province italiane. Solo il comune lavoro di tutte le istituzioni può portarci a vincere questa sfida“. La produzione di vaccini anti-Covid “per miliardi di persone ha, come è del tutto evidente, messo a dura prova il sistema industriale di riferimento. Ci sono stati ritardi nella consegna delle dosi, che però saranno superati; ma la campagna vaccinale non si ferma, va avanti e, giorno dopo giorno, aumenterà la quota di cittadini immunizzati”, assicura. L’Italia, “sempre d’intesa con la Commissione europea, è al lavoro da tempo per verificare concretamente la possibilità di mettere a disposizione impianti farmaceutici italiani per accelerare la produzione dei vaccini anti-Covid. Più in generale, la scelta che il Governo intende promuovere con determinazione è quella di continuare ad investire per sostenere e sviluppare il sistema industriale italiano della farmaceutica, che è un asset strategico fondamentale per il nostro Paese”, aggiunge.
“Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia, siamo all’ultimo miglio e non possiamo abbassare la guardia“, prosegue. “La presenza delle varianti – spiega – condizionerà l’epidemia: la variante inglese è presente nel 17,8% dei casi e sarà presto prevalente e la sua maggiore diffusione rende indispensabile alzare il livello di guardia, ma fortunatamente non compromette efficacia dei vaccini. Le altre due varianti sono più insidiose per la ridotta efficacia dei vaccini. La loro diffusione è minore ma è necessario isolare i focolai”.
COMMENTI