Il lavoro non c’è e la Cig +1.700% in Puglia

I dati dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) certificano l’esplosione del fenomeno dei redditi di cittadinanza in Puglia. In un anno +8

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I dati dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) certificano l’esplosione del fenomeno dei redditi di cittadinanza in Puglia. In un anno +88.314 persone coinvolte. Complessivamente sono 329.963. Cui bisogna aggiungere le 121.932 persone che hanno goduto delle varie tranche di reddito di emergenza (dedicato ai nuclei familiari che non beneficiano di altri bonus o sussidi, compreso il reddito di cittadinanza). «Parliamo di un 13% dell’intera popolazione sia in termini di nuclei sia di persone beneficiate dal reddito di cittadinanza rispetto al dato nazionale. Ed effettivamente c’è un boom», dice Giulio Blandamura, direttore dell’Inps Puglia.

Ma quanto è diffuso il fenomeno dei «furbetti» in regione? È vero che stanno per scattare controlli a raffica?
«Sono 3mila le revoche al 31 dicembre 2020, da quando è nata la misura. Verosimilmente per la disponibilità di informazioni in più che abbiamo. No – puntualizza il tarantino, 55 anni, laurea in Informatica a Bari – non è che stanno partendo controlli a raffica. I controlli ci sono sempre stati, ma ora possiamo farli più mirati. Li effettuiamo, in primis, attraverso l’incrocio delle banche dati. Là dove gli incroci non abbiano le informazioni necessarie, si procede direttamente sul campo e si sottoscrivono accordi con la Guardia di Finanza (come abbiamo fatto qui in Puglia) e i corpi ispettivi per fare i controlli. Se, per esempio, fino all’anno scorso, noi controllavamo se c’era o no un Iban di conto corrente bancario indicato dal cittadino richiedente, oggi abbiamo anche la possibilità di capire qual è l’importo disponibile su quel conto. La possibilità di entrare in maniera più mirata, consente all’amministrazione non di fare controlli a raffica, ma controlli migliori e, contemporaneamente, cambiare la dimensione del campione di controllo. Ed è ciò che sta avvenendo. Del resto, il problema di applicabilità dello strumento è proprio in relazione ai controlli che, necessariamente, vanno fatti».

Spesso si sente che percepisce il reddito di cittadinanza anche chi è in galera.
«Manca la possibilità di collegare gli strumenti con il casellario giudiziario. Se noi risolvessimo tutte le problematiche degli incroci con il casellario, oggi sì che i controlli aumenterebbero. Ricordiamo che sono prestazioni che dipendono da requisiti autodichiarati».

Forse ci sono vincoli del Garante della Privacy?
«Se c’è una norma che consente di fare i controlli, il Garante non pone problemi, purché non ci sia abuso o eccesso e si rispettino pertinenza e finalità. C’è un problema di infrastruttura del casellario giudiziario, che non si presta ad essere interrogato dal sistema informativo Inps. È un problema più tecnologico che di convenzione vincolata da un parere del Garante, convenzione per l’accesso al casellario giudiziario che, comunque, ora non c’è. Vorrei anche chiarire che non c’è un accanimento a ridurre lo strumento. Il fatto è che, come ente gestore, noi siamo tenuti a controllare. E la possibilità di fare i controlli si amplia in relazione alle informazioni che riusciamo ad ottenere. Per esempio, abbiamo fatto la convenzione con l’Agenzia delle entrate, che funziona molto bene. E, ovviamente, il Garante della privacy ha detto “sì”. Il Garante ha una funzione positiva».

I dati Inps sull’indennità Covid da 600 euro evidenziano come la Puglia sia una potenza agricola nazionale: quasi 113mila indennità in agricoltura, contro le 550mila nazionali.
«L’agricoltura è un settore importante del tessuto economico pugliese ed è un settore che ha riverberi sulle prestazioni pugliesi in maniera importante. L’agricoltura pesa su indennità Covid, ma anche sulla disoccupazione agricola, in cui noi dovremmo essere i primi in Italia».

Però le chiedo. In periodo lockdown l’unica che ha funzionato è la filiera dell’agroalimentare. Perché ci sono tutte queste domande?
«Il totale nazionale degli agricoli è il 13% del totale nazionale del bonus. In effetti, nel caso della Puglia siamo al 33%. Ma i requisiti sono quelli: le 50 giornate di effettivo lavoro agricolo dipendente e non essere titolari di pensione, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. In base ai requisiti, noi abbiamo erogato le prestazioni».

C’è poi una fuga dei pugliesi da quota cento, quasi 7mila in meno. Come lo spiega?
«Il 2019 è stato il primo anno di applicazione di quota cento e le domande presentate nel 2019 non necessariamente erano di competenza in quell’anno. C’erano domande di competenza del 2020. Inoltre c’è stato un calo fisiologico, che continua anche ora».

Impressionante il numero di ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria, deroga): siamo passati dai 19 milioni del 2019 ai 137 milioni del 2020. Un dato che nel mese di gennaio sarà cresciuto ancora visto che la Cigo Covid (prorogata al 31 marzo 2021), tra Cigo, fondo integrazione salariale e Cig in deroga, al 31 dicembre conta un totale di 184.357 domande pervenute. E non credo sia stato possibile processarle tutte?
«Sulla Cigo stiamo al 97% di definito, parliamo di pratiche già istruite. Per Fis e deroga siamo attorno al 94-95% al 31 gennaio. Anche perché noi non ci siamo fermati mai, lavoriamo anche sabato e domenica. Tenga conto che c’è stato un aumento di oltre il 1.700 per cento in più delle ore richieste e quest’anno non va molto meglio. I volumi di quest’anno, almeno fino a giugno si attesteranno sui numeri dell’anno scorso».

I dati sulla Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione, dicono che tra Bari e Lecce ci sono il 50% dei disoccupati pugliesi e anche che, tra il 2019 e il 2020, sono andate perse 11.636 Naspi. Dubito siano 11.636 nuovi posti di lavoro.
«Bari e Lecce contano di più in relazione ai bacini di utenza. Non sono aumenti di posti di lavoro, magari. La spiegazione è legata al fatto che, tra le misure Covid, c’è stato il blocco dei licenziamenti e, quindi, non avendo licenziato, il personale ha avuto accesso alle altre integrazioni salariali. E’ lecito attendersi un aumento della Naspi, non appena si toglierà il blocco dei licenziamenti».

A guardare il crollo di assegni di natalità (il Bonus Bebè), premio alla nascita (800 euro in caso di nascita, adozione o affido), sembra di poter dire che c’è stato un boom delle culle vuote.
«Non conosco il dato demografico in Puglia, ma è probabile».

Il lavoro non c'è e la Cig +1.700% in Puglia

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