Un coro quasi unanime che arriva dal mondo del teatro, del cinema, della cultura in generale: riaprite le sale, permettete al pubblico di respirare di
Un coro quasi unanime che arriva dal mondo del teatro, del cinema, della cultura in generale: riaprite le sale, permettete al pubblico di respirare di nuovo quella magia che lo identifica, lo nutre, gli dà vita e gli restituisce la dimensione del sogno che tanto si è persa in questo ultimo anno. Dalla regista Cristina Comencini al maestro Pierfrancesco Pingitore, dagli attori Paola Minaccioni e Massimo Boldi fino alla leggenda del balletto Carla Fracci. Ecco le voci che l’Adnkronos ha raccolto. “Io penso che sia una follia. Penso che malgrado tutto ci sia, per i teatri che per i cinema, la possibilità di regolare molto bene il contingentamento delle presenze. Il pubblico può essere dimezzato, si tiene la mascherina, durante il film non si parla”, dice all’Adnkronos la regista Cristina Comencini.
La cultura da noi è all’ultimo posto. Vittorio Mezzogiorno diceva che dobbiamo più a Fellini e a Mastroianni che a tutte le agenzie di viaggio se la nostra economia turistica si è così ingrandita”, concorda l’attore Marco Giallini. Al quale fa eco Giorgio Panariello: “Restiamo chiusi, mentre in alcuni posti intanto si fanno feste, come in certi alberghi. È più pericoloso andare a bere un aperitivo che andare a vedere uno spettacolo teatrale. Per noi del teatro e della tv è stato uno shock lavorare senza il pubblico. E’ triste fare una battuta e non sentire nessuno che ride”.
Dello stesso avviso è l’attrice Paola Minaccioni. “Bisogna riaprire le sale, riattivare il teatro nel modo ora possibile ed impegnarsi al massimo per trovare le modalità per farlo. Un anno è davvero troppo e la situazione è gravissima”, dice l’attrice. Mentre usa la consueta ironia Pierfrancesco Pingitore: “C’è una ragione precisa per la quale i teatri si trovano in questa incommentabile situazione, ed è che la politica si è arrogata ormai da tempo il compito di fare il teatro, e ha scelto come repertorio Pirandello”, dice l’ideatore del Bagaglino. E cita qualche titolo del grande drammaturgo: “‘Quando si è qualcuno’, è, neanche a dirlo, interpretata da Matteo Renzi come protagonista assoluto”, scherza. Aggiungendo: “Chissà perché, ce n’è una che nessuno vuole mai interpretare, ed è ‘Il piacere dell’onestà'”.
“Riapriamo i luoghi della cultura, riapriamo i teatri naturalmente con le dovute cautele. La salute viene prima di tutto. Ma dobbiamo farlo soprattutto per i giovani e i giovanissimi” è l’appello lanciato all’unisono attraverso l’Adnkronos da Carla Fracci e dal marito e regista Beppe Menegatti per la riapertura dei teatri italiani, sull’esempio ‘virtuoso’ della città di Madrid, dove lo spettacolo non ha mai chiuso. “Lo spettatore è assolutamente cosciente, segue le regole, ha un rapporto più vero con una civiltà di comportamento in un momento così grave dal punto di vista dei contagi”.
Scherza ma non troppo anche Massimo Boldi: “Se si va avanti così ci tocca davvero spostarci su Marte (facendo riferimento al suo ultimo film di Natale ‘In vacanza su Marte’) dove non ci sono leggi, politica e niente di macchinoso ma solo la libertà”, dice l’attore. Voce fuori dal coro è invece quella di Alessandro Gassmann, per il quale non ci sono dubbi: “Ritengo che in una situazione così drammatica, si debba, in ogni campo lavorativo, ascoltare ed assecondare esclusivamente la scienza ed i medici”. L’attore romano non ha mai fatto mistero della sua linea, molto rigorosa nel seguire strettamente i criteri dettati dalla comunità scientifica. “Penso -dice ancora Gassmann- sia la sola cosa che possiamo fare, chiedendo però maggiori aiuti economici per le persone rimaste senza un lavoro”.
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