Coronavirus Puglia, ai «furbetti» del vaccino niente richiamo

Il completamento della prima fase del Piano vaccinale è legato alla speranza che Pfizer riprenda le consegne programmate inizialmente. Neanche l’arriv

Maxi rissa al Cara Mezzanone, 6 arresti
GLI AMMINISTRATORI DEL CENTROSINISTRA INDICANO MICHELE MERLA PER LA PROVINCIA DI FOGGIA
Festa della Repubblica italiana a Parigi con l’enogastronomia e le opportunità agrituristiche di Puglia

Il completamento della prima fase del Piano vaccinale è legato alla speranza che Pfizer riprenda le consegne programmate inizialmente. Neanche l’arrivo delle fiale di Moderna, previsto per la prossima settimana, riuscirebbe infatti a compensare il taglio che si è materializzato ieri con la consegna di 11.770 dosi in meno rispetto alle 30.420 programmate. E così la Puglia corre ai ripari: la priorità a questo punto è garantire i richiami, sperando che ci sia solo un ritardo nelle consegne e non una riduzione definitiva rispetto al lotto delle 95mila dosi previste.

Già domenica il capo del dipartimento Salute, Vito Montanaro, ha convocato la cabina di regia per fare il punto anche sulla base delle indicazioni arrivate dal ministero. Gli ospedali pugliesi sono in dirittura d’arrivo per la somministrazione del vaccino al personale sanitario: ad oggi resta fuori chi ha saltato l’appuntamento per i motivi più vari, ma si andrà avanti con sedute già programmate per tutta la settimana in parallelo con i primi richiami. Più lenta, invece, la campagna all’interno delle Rsa, che insieme agli ospedali privati assorbiranno buona parte delle riserve ancora disponibili. La priorità è, come ormai noto, garantire la seconda dose a chi ha già avuto la prima, e soprattutto la ha avuta rispettando i criteri delle linee guida: significa che chi ha ottenuto più o meno surrettiziamente l’iniezione intramuscolo (a vario titolo: parenti di, amici di, sindacalisti amanti del selfie, sindaci grillini, politici assortiti) dovrà rinunciare al richiamo. Le somministrazioni irregolari di cui c’è traccia non dovrebbero essere molte (si parla di 100-200 casi), ma ogni singola dose disponibile – è la linea che la Regione ha formalizzato ieri sera in una circolare – dovrà essere utilizzata con il massimo scrupolo. Le due scuse più in voga delle scorse settimane («Sarebbe finito sprecato» e «Non l’ho tolta a nessuno») non verranno insomma più accettate.

Ieri sera la Puglia ha superato quota 60mila vaccinazioni di prima fase a fronte di 74mila dosi consegnate. Le 18.720 arrivate ieri sono esattamente il 30% di quelle già somministrate, e dunque costituiscono la scorta che – in base alle linee guida della Protezione civile – deve essere tenuta da parte per i richiami. Questo significa che la disponibilità residua è pari a circa 14mila dosi, ritenute più o meno sufficienti per completare la campagna all’interno delle Rsa (3mila le persone già vaccinate) e negli ospedali privati: per questo nella circolare c’è scritto che le dosi «avanzate» negli 11 hub non devono più essere utilizzate, ma devono essere tenute a disposizione del territorio (i Dipartimenti di prevenzione) per Rsa e strutture private.

L’altra conseguenza è che le categorie prenotate (cioè farmacisti, ostetriche, odontoiatri, ma anche gli informatori scientifici che pure rientrano essendo a contatto con il personal eospedaliero) dovranno attendere tempi migliori. Pochi giorni o poche settimane: al momento nessuno può dirlo. Per completare i richiami servono al momento 42mila dosi di vaccino Pfizer: la prossima settimana ne sono previste in consegna circa 30mila (le 12mila che mancano sono appunto quelle saltate ieri). La prossima settimana, inoltre, dovrebbe arrivare anche la prima consegna del vaccino Moderna: previste circa 6mila dosi.
Nel frattempo si lavora già sulla seconda fase della campagna vaccinale. L’assessore Pier Luigi Lopalco ha già espresso la sua idea in base a cui dovrebbero essere privilegiati i dipendenti della scuola, così da poter eliminare le attuali restrizioni alla attività in presenza. La linea dell’epidemiologo salentino è presa in buona considerazione anche a Roma, dove verrà presa la decisione sui criteri dopo aver sentito le Regioni: oltre agli insegnanti sono in ballo le forze dell’ordine (e in particolare gli agenti della polizia penitenziaria). Ma al primo posto ci sono i cittadini «over 80» (in Puglia sono circa 250mila) e poi gli «over 60» che presentano profili di rischio (su cui non c’è ancora una stima numerica): e queste due categorie, da sole, dovrebbero assorbire più o meno tutta la disponibilità di vaccini prevista per il mese di febbraio.
E intanto ieri la commissione Salute del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (astenuto il presidente, parere favorevole di Lopalco) la proposta di legge di Fabiano Amati (Pd): prevede di estendere agli operatori sanitari anche l’obbligo di vaccino anti-covid. L’ultima parola spetterà all’Aula.

Coronavirus Puglia, ai «furbetti» del vaccino niente richiamo

 

COMMENTI

WORDPRESS: 0