Pronto l’ultimo Dpcm. Dal fine settimana 12 Regioni arancioni

Mentre prosegue la campagna vaccinale in tutto il Paese, con il terzo carico Pfizer-BioNtech in arrivo, in Italia è tornata la divisione delle regioni

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Mentre prosegue la campagna vaccinale in tutto il Paese, con il terzo carico Pfizer-BioNtech in arrivo, in Italia è tornata la divisione delle regioni per colori in base alle fasce di rischio coronavirus. Fatta eccezione per Calabria, Sicilia, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, “declassate” in arancione dall’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, la restante parte della Penisola si trova in zona gialla almeno fino a venerdì 15 gennaio. Riaperti bar e ristoranti, almeno fino alle ore 18, e c’è la possibilità di spostarsi anche al di fuori del proprio comune senza dover presentare l’autocertificazione. Quella in vigore fino a metà gennaio sarà comunque una zona gialla “rinforzata” che prevede il divieto di spostamento tra regioni e province autonome. Ricapitolando:

  • Dall’11 gennaio e fino al 15 è tornata la divisione per colori. Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto sono arancioni, tutte le altre regioni sono gialle;
  • fino a venerdì 15 gennaio sono comunque vietati gli spostamenti tra regioni e province autonome, anche tra le regioni gialle.

12 gennaio: le regole in vigore in zona arancione e in zona gialla

Nelle regioni in zona gialla bar e ristoranti possono restare aperti fino alle 18, fatto salvo il rispetto delle misure anti contagio. Come sempre l’asporto è consentito fino alle 22 mentre per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. I negozi sono aperti, ma viene confermata la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione di farmacie, tabacchi, punti vendita di generi alimentari ed edicole al loro interno. Serrande abbassate anche per piscine, palestre, teatri e cinema, mentre sono aperti i centri sportivi.

Nelle cinque regioni in zona arancione, al contrario, restano chiusi bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie (ad eccezione delle mense e del catering). Va da sé che il rispetto del coprifuoco dalle 22 alle 5 resta in vigore su tutto il territorio nazionale. Inoltre non si potrà uscire dal proprio comune se non per motivi di lavoro, salute e necessità. C’è però una deroga importante: fino al 15 gennaio sono infatti consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Per circolare è necessario, in caso di controlli delle forze dell’ordine, avere con sé il modulo di autocertificazione, quel documento introdotto con l’inizio dei lockdown per la pandemia da coronavirus. A chi è sprovvisto del modulo ne viene fornito uno da compilare per giustificare – con dichiarazioni vere – il motivo dello spostamento. I cittadini devono infatti ricordarsi, come specifica il sito del Viminale, che “l’autodichiarazione è in possesso degli operatori di polizia e può essere compilata al momento del controllo”. Il firmatario deve dichiarare che il proprio spostamento è determinato da:

  • esigenze di lavoro;
  • motivi di salute;
  • altri motivi ammessi dalle vigenti normative ovvero dai predetti decreti, ordinanze e altri provvedimenti che definiscono le misure di prevenzione della diffusione del contagio.

Sarà inoltre necessario indicare nel modulo di autocertificazione: il proprio abituale domicilio, un contatto telefonico valido, di non essere sottoposti alla misura della quarantena ovvero di non essere risultato positivo al covid-19 (fatti salvi gli spostamenti disposti dalle autorità sanitarie), di essere “consapevole delle conseguenze penali previste in caso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale” regolate dall’articolo 495 del Codice di procedura penale. Chi non è in regola rischia una multa da 400 a 1000 euro, come previsto dal decreto.

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