Sono 350 su circa 3.500 i medici di famiglia pugliesi che hanno chiesto alle Asl di essere esonerati dall’effettuare i test rapidi nei propri studi o
Sono 350 su circa 3.500 i medici di famiglia pugliesi che hanno chiesto alle Asl di essere esonerati dall’effettuare i test rapidi nei propri studi o in strutture messe a disposizione dalle aziende sanitarie dichiarando di essere in «condizioni fisiche» tali da essere considerati «soggetti fragili» e quindi «a rischio».
Il dato è emerso oggi durante una riunione tra l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco, il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e i rappresentati dei sindacati medici.
Quella dell’esonero è una possibilità offerta dall’accordo nazionale per quei medici che soffrono di patologie neoplastiche, che sono in stato di gravidanza o che comunque sono in possesso di esenzione per patologia».
Durante la riunione è stato confermato che l’11 gennaio prossimo, in Puglia i medici di famiglia dovranno iniziare ad effettuare i tamponi rapidi, nei propri studi o in strutture individuate dalle Asl, ai contatti stretti asintomatici al termine della quarantena di 10 giorni.
Non solo: dovranno prendere in carico il paziente con sintomi Covid e prenotare il tampone molecolare; potranno disporre l’isolamento fiduciario ad esito positivo del tampone, stabilendo la data di inizio e fine della quarantena. Ogni Asl ha messo a disposizione dei medici alcune strutture in cui poter effettuare i tamponi: in provincia di Bari sono 21 gli edifici individuati, altrettanti in provincia di Lecce, 20 nel Foggiano.
COMMENTI