Manfredonia Nuova: “Una sanità al servizio del cittadino”

Dopo anni di decurtazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, con il pretesto della razionalizzazione delle risorse, solo oggi ci si accorge ch

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Dopo anni di decurtazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, con il pretesto della razionalizzazione delle risorse, solo oggi ci si accorge che ad essersi impoverita è la tutela della nostra salute. Il coronavirus, infatti, ci ha ricordato che la salute è un bene fondamentale, non perché esso sia fonte di scambio o guadagno, come la mentalità aziendalistica degli ultimi anni ci ha fatto credere, ma per il benessere di tutti.

La conseguenza pratica della razionalizzazione si è palesata con il depauperamento di organico e servizi dei vari presidi ospedalieri. Durante l’emergenza sanitaria, abbiamo assistito alla corsa sfrenata al reclutamento di medici ed infermieri, all’acquisto di dispositivi medici e di protezione, alla riorganizzazione di ospedali e al triste, quanto improduttivo, inseguimento dei casi di contagio, allo scopo di controllarne la diffusione. Questo nello specifico si è dimostrato fallimentare, tanto per l’insuccesso del “tracciamento”, quanto per il sistema di autocura presso il proprio domicilio, in nome di una quarantena che, in realtà, sa tanto di abbandono.

Come la tessitura della rete dei pescatori, i servizi sanitari correlati al covid necessitano di entrare in un network dai molteplici bisogni organizzativi e di coordinamento. I membri di questa rete sono: la Regione, la Provincia, la Direzione Sanitaria Strategica, le équipe dei sanitari e socio-sanitari del territorio ed ospedalieri ed i farmacisti. Ma una parte fondamentale del sistema sono i cittadini, i pazienti covid, i loro familiari e tutti noi! Perché ognuno di noi può contribuire al corretto funzionamento di questo sistema.

Nel caso della Puglia, l’accordo, firmato a fine novembre, prevede che medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, potranno prendere in carico i pazienti con sintomi covid, prenotare il tampone molecolare, eseguire tamponi rapidi per i contatti stretti asintomatici e disporre l’isolamento fiduciario ad esito positivo del tampone, stabilendo la data di inizio e fine della quarantena.

In questa fase dell’emergenza sanitaria non possiamo accontentarci di ipotesi future: abbiamo bisogno di conoscere con certezza i percorsi relativi allo screening, cura/quarantena e riabilitazione delle persone coinvolte.

Siamo certi che il modello di cura ed assistenza decentrato verso le abitazioni dei cittadini, non solo per il covid, sia la strategia vincente, ma se queste attività non vengono intrecciate, e se i responsabili non rendono possibile il loro snodo, non riusciremo ad arginare il contagio da coronavirus.

Allo stato attuale, noi cittadini di Manfredonia non abbiamo riscontrato una corrispondenza tra le disposizioni e la loro reale applicazione. Abbiamo assistito all’istituzione delle U.S.C.A. (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), al reclutamento di infermieri di famiglia e comunità, servizi che non sono stati in grado di alleviarci dal fardello di questa emergenza sanitaria. Si comprende la difficoltà del momento storico, il sovraccarico delle strutture e il pressing sui diversi professionisti, ma si chiede alle autorità competenti di rendere facilmente fruibili i servizi ideati, perché se la teoria non è attuata nella vita di tutti i giorni, resta solo un bel programma autoreferenziale.

Manfredonia Nuova

22.12.2020

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