LA COMMISSIONE straordinaria non può deflettere dal suo impegno, che è quello di assicurare il ripristino della legalità all’interno dell’Ente locale
LA COMMISSIONE straordinaria non può deflettere dal suo impegno, che è quello di assicurare il ripristino della legalità all’interno dell’Ente locale e tale impegno non può non passare anche attraverso l’azione svolta nei confronti delle società partecipate>. E’ l’assunto di fondo al quale si è attenuta la Commissione straordinaria al comune di Manfredonia per decidere il cambio di governance all’Ase, l’Azienda servizi ecologici in house del comune di Manfredonia e una partecipazione del comune di Vieste.
NON è stata una operazione estemporanea come potrebbe far pensare la rapidità con la quale è stata sollevata e risolta, bensì la risultante di una serie di circostanze che hanno minato i rapporti tra il comune e l’azienda andatisi sempre più incrinando proprio su questioni di legalità fondamentali. Lo spiega la Commissione in una comunicazione emessa all’indomani dell’assemblea dei soci Ase (comuni di Manfredonia e Vieste) nella quale è avvenuto l’avvicendamento dell’amministratore unico Franco Barbone con il dottor Raphael Rossi.
LE FRIZIONI tra Comune e azienda ecologica sono sorte allorquando <si è inteso rendere – scrive la Commissione – pienamente operativa la struttura comunale del Controllo Analogo, che fino al nostro insediamento era rimasta in ombra, al fine di esercitare appieno i poteri di indirizzo e di vigilanza sulle attività amministrative e di impresa svolte dall’Ase, anche e soprattutto al fine di assicurare che l’esercizio dell’attività di impresa si svolgesse nell’alveo delle direttrici indicate da questa Commissione fortemente improntate a soddisfare le esigenze di legalità, strumentali a recidere ogni collegamento esistente tra la locale criminalità organizzata e l’Ente comunale, in ogni suo ambito, diretto e indiretto, della propria attività amministrativa>.
LA COMMISSIONE ricorda come <per controllo analogo si intende una attività di vigilanza e controllo sulle partecipate analoga a quella svolta istituzionalmente dell’Ente riguardo alle attività dei propri uffici>. La mancanza di un tale controllo analogo per l’Ase ha costituito uno dei più violenti cavalli di battaglia dell’opposizione nella passata amministrazione comunale. Non a caso la Commissione richiama la giurisprudenza amministrativa riguardanti <affidamento diretto di servizi pubblici senza svolgimento di gara pubblica>, <appalti e concessioni>.
<PRIMA ancora che il rispetto e l’osservanza dei compiti e delle funzioni affidate a questa Commissione straordinaria dal Presidente della Repubblica> i Commissari denunciano <la mancanza da parte dell’AU, del rispetto e dell’osservanza delle norme fondamentali che disciplinano i rapporti economici tra socio maggioritario e società partecipata>. Una serie di rilievi <dirette – affermano i Commissari – a voler sottrarre l’Ase all’istituto del controllo analogo, o comunque anche solo a rendere tale istituto meno efficace e rilevante, invocando, anche attraverso l’utilizzo di pareri “pro veritate”, una diversa ricostruzione del rapporto fra fonte normativa primaria, fonte statutaria e quella regolamentare, è parso a questa Commissione grave non solo perché in palese contrasto con le disposizioni normative che regolano la materia dell’in house providing, ma anche perché – viene sottolineato – potenzialmente in grado di minare o semplicemente indebolire gli obiettivi di ripristino della legalità che questa Commissione straordinaria è chiamata ad assolvere>.
PAROLE e giudizi pesanti che aprono sia pur flebili spiragli su scenari politici-amministrativi tutti da connotare e chiarire.
Michele Apollonio
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