Puglia, fioccano i ricorsi dei non eletti: «Ci rivolgeremo al Tar»

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Con la pec ricevuta ieri mattina dai nuovi eletti nel Consiglio regionale è ufficialmente iniziata la nuova legislatura del parlamentino pugliese ma l’elenco degli eletti licenziato dalla Corte d’Appello è oggetto di contestazioni: ricorreranno contro la proclamazione Forza Italia Puglia e il candidato primo dei non eletti azzurro Vito De Palma, Senso Civico con l’ex assessore Alfonsino Pisicchio, e per il Partito democratico i candidati esclusi (certamente lo presenterà il consigliere uscente Sergio Blasi).
Già ieri ci sono stati i primi consulti dei partiti con gli amministrativisi in vista del conferimento degli incarichi: candidati e legali attendono però di avere contezza del verbale della Corte d’Appello e dell’allegato con i numeri che hanno determinato la ripartizione dei seggi. A stretto giro tutti i candidati esclusi presenteranno una richiesta di accesso agli atti al fine di poter meglio puntualizzare la propria tesi.

«Siamo infuriati. Ci rivolgeremo alla giustizia, se giustizia c’è»: questa la posizione di Mauro D’Attis, deputato e coordinatore regionale di Fi. «Che la legge elettorale pugliese – aggiunge – sia una norma su cui mettere mano, non c’è dubbio, ma che questa normativa venga interpretata ogni volta in una maniera diversa, non ci sta bene». Poi l’affondo: «Ho grande rispetto per tutti, per la magistratura in primis, ma le elezioni le decidono gli elettori non la Corte d’appello. Si decide con le regole stabilite prima, non con le interpretazioni ex post». E qui si genera un cortocircuito, con un allineamento della posizione azzurra di dissenso sulla ripartizione con quella di parti della maggioranza: «La mia tesi è condivisa anche da liste del centrosinistra: si interpreta la legge in due modi diversi tra 2015 e 2020, e nella stessa proclamazione vengono considerate alcune liste per il computo della maggioranza e altre per il computo del presidente…», chiarisce. Il collegio di amministrativisti berlusconiani sarà ufficializzato nei prossimi giorni dal deputato barese Francesco Paolo Sisto.

«Pesa – conclude D’Attis – passare da quattro a tre consiglieri: Fi ha preso gli stessi voti della Lega ma ha un consigliere in meno, e viene meno una rappresentanza territoriale nel Tarantino, anche per tutte le vertenze in corso. Questo è un danno. Taranto per paradosso è la provincia dove Fi ha preso la percentuale più alta tra le sei pugliesi. Una vera beffa che si ripete ogni elezione. Non è più possibile. L’esito della Corte d’appello è come una nuova elezione, la proclamazione ha avuto più suspence dell’apertura delle urne». E D’Attis in questa battaglia ha il supporto «anche dei colleghi coordinatori regionali degli altri partiti di centrodestra, da Gemmato a D’Eramo». Determinato ad andare a fondo nella vicenda con un ricorso è Vito De Palma, ex sindaco di Ginosa, escluso dal novero degli eletti di Forza Italia: «Andremo al Tar. Non ce l’aspettavamo. I dati di Eligendo li hanno letti tutti, quella era una divisione fatta dal Viminale. Sulla scorta di quello scritto nei verbali, gli avvocati faranno il resto».

Non demorde Alfonso Pisicchio, ex assessore e candidato della lista Senso civico, esclusa dalla ripartizione dei posti in Consiglio: «Abbiamo molta fiducia che questo verdetto sia modificato dal Tar. Abbiamo già messo a verbale i nostri rilievi. La Corte d’appello ha fatto una superficialità, indicando due metodi diversi nell’attrizione dei seggi». Poi una considerazione temporale: «Entro due-tre mesi si potrà un nuovo verdetto».

«Ci sono tutte le ragioni per fare ricorso. Il criterio adottato sconvolge i criteri del 2015 e quelli della giurisprudenza consolidata con cui sono stati respinti i ricorsi cinque anni fa»: è combattivo anche Sergio Blasi, consigliere regionale uscente del Pd, che ha raccolto nella Provincia di Lecce oltre 13mila voti. «Sono sereno- aggiunge – ho interpretato la politica come spazio dentro il quale poter lavorare per il territorio. Sono dispiaciuto le migliaia di persona che mi hanno votato: non erano del Pd e hanno votato dem perché ero nella lista e per fiducia nella mia coerenza politica antica». Nel fronte dem sulla querelle si registra il «no comment» di Domenico De Santis, arrivato quarto nella lista della Provincia di Bari con quasi 15mila preferenze: è il settimo più votato in Puglia, ma è fuori dall’assemblea.

«Il Pd non farà ricorso»: il segretario regionale Marco Lacarra posiziona il partito ben distante dai prossimi conflitti legali tra candidati sotto la stessa bandiera. «I candidati che pensano di essere stati penalizzati accerteranno la correttezza delle valutazioni. Quello che è successo è molto antipatico: umanamente è difficile da digerire la querelle, va tutta la mia vicinanza ai tre esclusi, Teresa Ciccolella, Sergio Blasi e Domenico De Santis, mentre faccio un in bocca al lupo ai subentrati Michele Mazzarano, Ruggero Mennea».

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