Un attacco informatico ogni 11 secondi nel corso del 2020. Un picco di truffe via phishing e ransomware - tecnicamente, il malware che "prende in osta
Un attacco informatico ogni 11 secondi nel corso del 2020. Un picco di truffe via phishing e ransomware – tecnicamente, il malware che “prende in ostaggio” i computer per poi chiedere un riscatto per sbloccare i dati – che nel periodo dell’emergenza Covid vede l’Italia spiccare fra tutti i paesi occidentali. Dati impressionanti offerti da Oren Elimelech – esperto di cybersecurity del Governo Israeliano e consulente della compagnia assicurativa Lev Ins – durante il convegno “Digitalizzazione e Sicurezza Informatica degli Studi Legali”, organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma con la partecipazione di esperti della Polizia Postale e della Società Visura.
Fra i numeri interessanti, anche quelli forniti dal Dirigente della Polizia Postale Riccardo Croce, secondo cui gli attacchi informatici – nel raffronto fra i primi sei mesi del 2019 e i primi sei mesi del 2020 – sono aumentati del 390%. Mentre tornando alle statistiche di Oren Elimelech, vale la pena di sapere che il 36% delle compagnie attaccate ha scelto di pagare il “riscatto”, ma fra queste circa una su cinque – il 17% – comunque non ha recuperato i dati.
Elementi su cui riflettere, alla luce dell’incremento dello smart working e delle teleconferenze, che necessariamente espongono gli utenti, in particolar modo i professionisti, a un aumento del rischio di attacco informatico. Aspetti che implicano, per le professioni legali, un profilo di responsabilità deontologica da non sottovalutare, analizzato dal Tesoriere del Coa Roma Alessandro Graziani, secondo cui però “l’attenzione necessaria alla conservazione e alla protezione dei dati è una sfida alla quale l’avvocato non può e non deve sottrarsi”.
“Le nuove tecnologie sono indispensabili per proiettare gli avvocati nel futuro – commenta il Presidente del Consiglio dell’Ordine di Roma Antonino Galletti – ma questo deve avvenire in sicurezza e nel rispetto delle norme sulla privacy. Temi ai quali, come Ordine Forense, siamo sempre stati molto sensibili, ragione che ci ha spinto a organizzare questo evento formativo per i colleghi”.
Sulle tecniche indispensabili per proteggere lo studio legale da intrusioni informatiche, la parola ancora una volta a Oren Elimelech, con una serie di regole semplici ma che non sempre vengono seguite con attenzione. “Cambiare frequentemente le password e non usarne di troppo semplici o, peggio ancora, usare sempre la stessa parola chiave – spiega l’esperto di Lev Ins – aggiornare spesso tutti i software; dotarsi di un antivirus efficace; diffidare ogni volta che qualcosa di sospetto appare nella casella di posta elettronica. E in generale affidarsi in caso di dubbio alla consulenza di un esperto”.
“Perché vale sempre il detto secondo cui prevenire è sempre meglio di curare – sintetizza il Consigliere Andrea Pontecorvo – e la spesa per riparare un danno subito, dimostrano le statistiche, è infinitamente maggiore di quella necessaria per mettere in sicurezza i sistemi”.
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