“Dobbiamo imparare a convivere con il virus”

Prima intensa giornata di lavoro al Forum Mediterraneo della Sanità in programma oggi alla Fiera del Levante. Tanti gli argomenti trattati, a partire

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Prima intensa giornata di lavoro al Forum Mediterraneo della Sanità in programma oggi alla Fiera del Levante. Tanti gli argomenti trattati, a partire da come è stata gestita l’emergenza Covid nella regione Puglia per finire alle attività da mettere in campo per fronteggiare questa seconda ondata.
Ad aprire i lavori è stato Giovanni Gorgoni: “Il momento è ora: per le decisioni e per le azioni. L’attesa non ci è concessa e le Regioni sono state un tassello importante della buona gestione italiana della pandemia e soprattutto per la generazione di soluzioni nuove.
Il livello decisionale nazionale è indispensabile e altrettanto importante potrebbe essere il ruolo degli organi centrali per censire e ricircolarizzare a sistema le pratiche migliori”.
Per Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, “ora è il tempo del sud, l’emergenza ci concede un’opportunità per adeguare e far crescere il nostro sistema sanitario ed adeguarlo ai bisogni dei cittadini. Dobbiamo parlare di strutture, di personale e dobbiamo avere una visione di insieme per dare la giusta attenzione a tutte le patologie e a tutti i fattori determinanti, compreso l’approccio psicologico  nei confronti dei pazienti e dei loro familiari”.
Alla cerimonia di apertura ha partecipato il prof. Pier Luigi Lopalco: “Parlo da uomo della scienza, da epidemiologo o lo faccio senza mezzi termini: il rischio zero non esiste e spetta a noi trovare un equilibrio. Il virus non può essere eliminato, ma dobbiamo difenderci dai danni creati al sistema sanitario, come conseguenza dei blocchi che abbiamo dovuto imporre, e quelli subiti dal sistema economico. Dobbiamo lavorare per difendere il nostro sistema sanitario, allentare la tensione informativa che va alla ricerca di focolai e imparare a convivere con il virus’.
Ricca di spunti di riflessione la lezione magistrale di Ranieri Guerra, vicedirettore generale per le iniziative strategiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Non siamo affatto fuori dal Covid: questo è un virus che circola, gira, diminuisce, riprende. Noi, l’Italia, il mondo è in un limbo e con le variazioni continue dovremo convivere. Nelle prossime settimane saremo in grado di valutare gli effetti delle aperture. La scuola, per esempio, si sta comportando molto molto bene ma serve attenzione rispetto a quello che accade attorno. Serve l’alleanza delle famiglie”.
“Il nostro sistema sanitario ha mostrato di saper fronteggiare l’emergenza e devo sottolineare che la regionalizzazione ha funzionato perché ha consentito di organizzare le risposte di prevenzione e cura in base alle esigenze della popolazione di riferimento – ha aggiunto Guerra – questa è la sanità pubblica, la sanità che tiene conto della gente, delle loro caratteristiche, del territorio e dell’organizzazione dei servizi. La regionalizzazione del nostro sistema sanitario, mai come in questo momento, ha mostrato di rappresentare un vantaggio competitivo”.
“Oggi abbiamo ancora molte sfide da affrontare: intanto dobbiamo imparare a convivere con il virus anche se possiamo sicuramente aspettarci una stagione influenzale meno devastante degli anni scorsi perché l’uso delle metodiche di contenimento avranno un impatto positivo. Dobbiamo continuare a studiare i dati che oggi ci raccontano le difficoltà delle patologie diverse dal Covid, dobbiamo puntare sulla ricerca: sono 803 gli studi oggetti di valutazione sulla diagnostica, si stanno studiando farmaci innovativi e anche sui vaccini abbiamo fatto importanti passi in avanti perché ne abbiamo 34 in fase clinica e oltre 140 in fase pre clinica oltre a 2 già registrati e un altro che sarà registrato nei prossimi giorni”.
“Ancora e tanta attenzione dobbiamo continuare a dedicare alla informazione e alla comunicazione partendo dal presupposto che la comunicazione del rischio è la più difficile. Dobbiamo sostenere l’alleanza fondamentale con quello che io definisco “giornalismo etico” a cui credo molto e che dovrà sostenerci nella lotta costante contro le fake news”.
Nel pomeriggio attenzione particolare è stata dedicata ai sistemi di monitoraggio con l’intervento, tra gli altri, di Lucia Bisceglia (Direttrice Area Epidemiologica e Care Intelligence Aress Puglia): “Nel corso degli ultimi mesi abbiamo utilizzato strumenti diversi di registrazione e di analisi dei dati per costruire una conoscenza sempre più reale dell’andamento dell’epidemia nella nostra regione. Agli strumenti di analisi messi a disposizione a livello nazionale abbiamo aggiunto una piattaforma costruita con i dipartimenti di prevenzione che ha da subito mostrato un vantaggio notevole: poter registrare e monitorale sia i casi positivi che in casi negativi. I dati, allineati con quelli provenienti dalle fonti nazionali, vengono comunicati giornalmente attraverso il bollettino regionale.
Dal 30 aprile il Ministero della Salute restituisce settimanalmente, attraverso una griglia di valutazione, un giudizio sul livello di rischio. L’ultimo report per la Regione Puglia restituisce un report basso. Da maggio in poi la Regione Puglia si è dotato di un ulteriore strumento di analisi dei dati che costituisce una sintesi tra tutti i dati a disposizione del servizio di sorveglianza già attivo presso l’Aress (dai dai di accesso al pronto soccorso, alla banca dati assistiti per fare un esempio): il livello di approfondimento è regionale, provinciale e comunale. Il report viene poi restituito al Ministero della Salute. L’obiettivo di tutto questo lavoro di analisi è quello di rappresentare l’eterogeneità dell’epidemia attraverso indicatori riproducibili a livello nazionale ma certamente rappresentativi a livello locale. I dati solo la base per la costruzione di strategie di azione e per sostenere la consapevolezza nei cittadini che hanno un ruolo fondamentale per contrastare l’epidemia”.
La sala Puglie nel pomeriggio ha ospitato anche tutti i direttori generali delle Asl, dei Policlinici e degli Istituti di Ricerca e Cura che hanno fatto sintesi delle attività svolte durante i mesi più difficile della gestione dell’epidemia e rilanciato l’attenzione sulle necessità organizzative, di potenziamento del personale e di rafforzamento delle strutture intensive di tutto il territorio.

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