Ha superato la soglia di un milione il numero dei decessi legati al coronavirus nel mondo, secondo i dati dell'università americana Johns Hopkins. ll
Ha superato la soglia di un milione il numero dei decessi legati al coronavirus nel mondo, secondo i dati dell’università americana Johns Hopkins. ll Paese più colpito in termini assoluti restano gli Stati Uniti, con oltre 205 mila decessi e circa 7,15 milioni di contagi. Seguono l’India e il Brasile. I casi totali di positività registrati ufficialmente nel mondo dall’inizio della pandemia di Covid-19 sono oltre 33,27 milioni, secondo la Johns Hopkins.
Israele ha superato gli Usa nel rapporto tra morti da Coronavirus e numero di abitanti. Allo stesso tempo è al vertice dei Paesi con il più alto numero di nuovi contagi giornalieri, sempre rispetto alla popolazione. Lo rivela un rapporto del ministero della Difesa secondo cui in base alla media calcolata nell’ultima settimana, per la prima volta il tasso in Israele è di 3.5 morti per milione di abitanti mentre negli Usa è di circa il 2,2 . Nel Paese è in corso un lockdown fino all’11 ottobre ma si va verso prolungamento.
Intanto se è soprattutto la Spagna il grande malato d’Europa, con un totale di contagi da inizio pandemia salito a quota 716.481 – la più alta nel Vecchio Continente – anche la Francia si avvita ormai sempre di più in un allarme rosso. Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel si dice “molto preoccupata” per un aumento esponenziale che rischia di portare la Germania ad avere entro Natale i numeri della Francia e i contagi tornano a schizzare verso l’alto anche in Russia e altri Paesi: il virus galoppa a briglia sciolta fuori dall’Italia, finora rimasta relativamente meno toccata dall’impennata cui si assiste al di là delle Alpi.
Prima in Europa per casi anche se solo quarta per decessi – in una classifica che vede primo il Regno Unito, seguito da Italia e Francia – la Spagna ha visto negli ultimi giorni accelerare i contagi, in particolare nella regione della capitale Madrid, dove va avanti da giorni un conflitto tra l’autorità regionale e il governo. Nuove aree, con milioni di cittadini, sono state sottoposte al divieto di uscire dal proprio quartiere se non per motivi di lavoro, studio o cure mediche, ma per il governo non è abbastanza. L’esecutivo del premier Pedro Sanchez evoca misure drastiche come una presa in carico della situazione esautorando l’autorità regionale. Tra le ipotesi su cui si ragiona: isolare tutte le località con più di 500 infetti ogni 100.000 abitanti.
In Francia il ministro della Salute Olivier Véran ha invece escluso formalmente un lockdown nazionale preventivo prima di Natale, come proposto da due premi Nobel per l’economia, Abhijit Banerjee ed Esther Duflo. Eventuali restrizioni agli spostamenti durante le vacanze di Ognissanti tra fine ottobre e inizio novembre, dipenderanno per il governo francese da “ciò che faremo nelle prossime settimane”. Intanto a Marsiglia e nella sua regione sono scattate le misure restrittive decise dal governo per arginare i contagi. A Parigi sono diventate operative le nuove disposizioni sulla chiusura dei bar e sul divieto di vendere alcol dalle 22. E restrizioni analoghe sono scattate anche in tutto il nord del Paese.
In tutta l’Inghilterra sono invece entrate in vigore le super multe fino a 10.000 sterline annunciate nei giorni scorsi contro la violazione dell’isolamento, obbligatorio in caso di contagio o contatti con persone infette. Di fronte al nuovo incremento delle ultime settimane dei casi di Covid-19, il premier Boris Johnson ha raccomandato il lavoro da casa. Mentre in alcune città britanniche, si allarga alle scuole l’allarme sulla diffusione di nuovi focolai.
Continua il forte aumento di casi giornalieri di coronavirus in Tunisia, dove in 24 ore (secondo i dati riferiti al 26 settembre) sono stati registrati altri 936 contagi, che portano il totale delle infezioni confermate nel Paese nordafricano a quota 16.114. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Tunisi in un comunicato, precisando che il bilancio dei decessi è salito a 214, di cui 7 in 24 ore. 11.082 persone risultano ancora positive, di cui 292 in ospedale, 76 in rianimazione e 36 in respirazione assistita. I tamponi effettuati da inizio epidemia sono 225.033. Secondo il ministro della Sanità Faouzi Mehdi, un lockdown generale potrebbe essere dichiarato nelle 17 delegazioni del Paese in cui si contano oltre 250 contagi per ogni 100.000 abitanti. Dal 28 settembre l’Italia è inserita nella categoria arancione, per cui per chi arriva dall’Italia in Tunisia, oltre all’obbligo della presentazione del test Rt-Pcr negativo, è previsto l’obbligo di autoisolamento domiciliare per sette giorni.
L’India ha superato il traguardo dei sei milioni di casi di coronavirus. Lo comunica il ministero della Salute del Paese. La pandemia sta infuriando in tutta la vasta nazione dell’Asia meridionale: con 6,1 milioni di infezioni, l’India è in procinto di superare gli Stati Uniti in vetta alla triste classifica dei contagi. Finora nel Paese sono morte quasi 100mila persone.
Il Pakistan ha registrato 9 decessi causati da Covid-19 e 566 nuove infezioni nelle ultime 24 ore. Lo ha riferito il ministero della Salute del Paese. Ora il Paese conta un totale di 310.841 casi di coronavirus mentre il totale dei decessi sale a 6.466 persone. Finora, 296.022 persone sono guarite dalla malattia. La capitale federale Islamabad finora ha registrato 16.470 casi di coronavirus e 181 morti. Nelle ultime 24 ore, la capitale ha registrato oltre 70 casi di coronavirus, il numero più alto di casi negli ultimi due mesi.
Il coprifuoco notturno in vigore a Melbourne, in Australia, da quasi due mesi per arginare i contagi da coronavirus, è stato tolto grazie a un netto calo del numero di nuove infezioni, solo cinque nell’arco delle 24 ore secondo l’ultimo bilancio, la cifra più bassa dal 12 giugno ad oggi. I cinque milioni di abitanti di Melbourne, capitale dello Stato di Victoria, sono stati sottoposti a drastiche restrizioni nelle ultime settimane che da oggi saranno allentate. Da oggi potranno tornare ad operare i settori edile e manifatturiero. I vivai hanno riaperto e sono riammesse le cerimonie religiose sebbene per un piccolo numero di persone alla volta. Il primo ministro dello Stato di Victoria, Daniel Andrews, ha affermato che questo trend in calo dei contagi è “molto importante” e ha assicurato che, se sarà confermato, ulteriori restrizioni potranno essere revocate. Al momento resta, infatti in vigore, l’obbligo di rimanere a casa e il divieto di viaggiare oltre un raggio di cinque chilometri, se non in caso di necessità o per lavoro. Le attività non essenziali, compresi i ristoranti, restano chiuse, nonostante le proteste degli imprenditori. Melbourne è stata al centro di una forte ondata epidemica negli ultimi mesi, dopo che alcune persone di ritorno dall’estero sono sfuggite alla quarantena alla quale erano stati sottoposti, ospiti di alcuni alberghi. Dall’inizio della pandemia l’Australia ha un totale di 27.000 casi e 875 decessi. La maggior parte degli Stati australiani registra solo pochi nuovi casi al giorno, e le restrizioni sono state allentate nella maggior parte delle aree.
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