Siponto: lì dove c’era la pineta, oggi c’è la giungla

La parola turismo è ormai da anni inflazionata a Manfredonia, ma le idee sembrano essere scarse e le iniziative in campo soltanto eterei slogan. Ecco

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La parola turismo è ormai da anni inflazionata a Manfredonia, ma le idee sembrano essere scarse e le iniziative in campo soltanto eterei slogan. Ecco dunque che ci si trova a fare i conti con una realtà che ha ben poco di appetitoso per eventuali turisti, come a Siponto ad esempio, dove la pineta si è trasformata in una giungla.

L’area nata negli anni’30 a ridosso della necropoli sipontina dopo la bonifica, giace in uno stato a dir poco raccapricciante. Tra alberi crollati mesi or sono e vegetazione che cresce senza alcun controllo, non mancano rifiuti e discariche a cielo aperto. Per non parlare della recinzione divelta e della completa mancanza d’illuminazione nelle ore serali. Un pugno nell’occhio a due passi dal mare e alle spalle di locali molto apprezzati e frequentati.

“Personalmente ho avuto paura di perdere mio figlio se si fosse avventurato tra l’erba altissima della pineta”, confessa una mamma tra il serio ed il faceto. Cosa si aspetta, dunque, per intervenire? Cosa fanno le varie associazioni che quotidianamente raccontano di spendersi per recuperare l’immagine della propria città?

E a proposito di iniziative, emblematico è il caso del progetto di marketing territoriale MyGargano che – per la prima volta – vede in rete tra loro 13 comuni dell’area, per una strategia integrata di valorizzazione e promozione. Una sola voce per veicolare il racconto emozionale di una terra accogliente, con un’unica nota stonata: manca la porta del Gargano, ovvero Manfredonia.

A quanto pare, la cittadina sul golfo si è tirata indietro dal progetto all’ultimo secondo, dando ancora una volta dimostrazione di come tra il dire e il fare ci sia di mezzo il ‘mare’, e pensando allo splendido golfo, mai proverbio è stato più azzeccato. Un’altra opportunità di rilancio persa ed intanto tra slogan e video promozionali, si consuma lo stillicidio della città sui social, con foto che restituiscono scene da brividi, come nel caso della pineta.

di Maria Teresa Valente

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