Casse vuote e crollo fatturati per 1 impresa su 2 (56%) con problemi per il pagamento degli stipendi e dei fornitori. E’ quanto emerge da una indagine
Casse vuote e crollo fatturati per 1 impresa su 2 (56%) con problemi per il pagamento degli stipendi e dei fornitori. E’ quanto emerge da una indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) sul mondo dei servizi e della produzione in riferimento al Dl Agosto del Governo con le misure per il rilancio dell’economia mentre le aziende denunciano problemi di liquidità o di fatturato con cali fino al 60% in meno rispetto allo scorso anno. In uno scenario drammatico come questo – sottolinea Uecoop – è necessario attivare al più presto il piano di rilancio con tutte le risorse disponibili.
E’ fondamentale – sottolinea Uecoop – incrementare i fondi statali per assicurare la liquidità a comuni, province e regioni migliorando ancora di più i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione per non mettere a rischio i bilanci delle imprese e i posti di lavoro. Per la competitività delle imprese e per una vera ripartenza del Paese è strategico – evidenzia Uecoop – anche alleggerire il carico burocratico che rallenta l’attività e quindi la reattività del sistema produttivo senza però prescindere da trasparenza, correttezza, rispetto delle regole e delle procedure con il 44% delle imprese cooperative che – conclude Uecoop – indica la burocrazia come uno degli elementi di freno alla propria attività.
Non meno funesto il quadro tracciato da Federturismo in Confindustria che parla di una stagione disastrosa da ogni punto di vista.
“Con crescente e inquietante preoccupazione – evidenzia la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – assistiamo in questi giorni a numerose uscite da parte di giornali e TV che, probabilmente travisando i dati di qualche ente pubblico, descrivono il turismo italiano come in piena salute, con località sold out e incassi da capogiro. La situazione reale è tuttavia ben diversa e i dati parlano chiaro, perdite per più di 50 miliardi di euro, occupazione dimezzata, incassi falcidiati dalle spese enormi sostenute per sanificazione e pulizie straordinarie (più volte al giorno), perdita totale del turismo straniero, scarsa propensione alla programmazione del turista italiano che prenota soprattutto sottodata, interi settori fermi da mesi e non ancora ripartiti (Tour operator, agenzie di viaggio, eventi, congressi, fiere, intrattenimento, etc) e stagione limitata alle settimane centrali di agosto”.
“Se qualcuno pensa – continua la Presidente Lalli -, che le immagini di quattro spiagge affollate o i pochi alberghi pieni (quelli che erano nelle condizioni di riaprire) siano la prova che l’industria del turismo è fuori pericolo si sbaglia enormemente. Il grosso della crisi deve ancora arrivare, i conti li faremo a settembre e se non arriveranno aiuti veri, tangibili, estesi a tutte le filiere del turismo e di media/lunga durata rischiamo di perdere dal 30 al 50% della nostra offerta turistica nazionale”.
COMMENTI