ALBERO BRUCIATO E FONTANELLE SENZA ACQUA …L’ALTRA MANFREDONIA

UN ALBERO che brucia in pieno centro abitato; fontanelle pubbliche senza acqua. Due aspetti della Manfredonia deteriore, deprimente, che si contrappon

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UN ALBERO che brucia in pieno centro abitato; fontanelle pubbliche senza acqua. Due aspetti della Manfredonia deteriore, deprimente, che si contrappone a quella virtuosa e operosa che non riesce a prevalere del tutto. Nell’un caso (l’albero cui è stato dato fuoco) che nell’altro (le fontanelle senza acqua) si è alzata alta e indignata la rampogna di Giuseppe Marasco che con la sua organizzazione Civilis-Endea e il corpo delle guardie ecologiche volontarie, svolge un riconosciuto prezioso e accurato servizio di monitoraggio del territorio evidenziando brutture e abusi di ogni genere che rapporta puntualmente alle autorità di competenza per gli opportuni interventi.
FORTE e accorato si è levata il rimprovero <alla persona criminale che ha appiccato il fuoco ad un grande albero sempreverde che ingentiliva via Cercaro, nei pressi della chiesa della Sacra Famiglia. Un grande amico dell’uomo – annota Marasco – che svolge, così come tutto il verde, una importante funzione per l’’ecosistema, un prezioso alleato dell’uomo, una risorsa biologica, ambientale, energetica e sociale di cui forse non ci rendiamo conto>.
AL POSTO di un rigoglioso albero che faceva bella e utile mostra di sé, ingentilendo un angolo di Manfredonia molto frequentato, è rimasto uno scheletro ributtante presago di più pesanti sciagure. Sarebbe opportuno che fosse rimosso e piantumato un altro albero a riaffermare la supremazia della vita sulla distruzione.
DAL FUOCO all’acqua. A quella che non sgorga dalle fontanelle disseminate qua e la per la città e ce n’è una anche a Siponto. Per la verità ne sono rimaste in poche rispetto al gran numero inziale. Vennero installate negli anni Trenta dopo l’arrivo a Manfredonia (aprile 1929) dell’acqua potabile, per consentire alla popolazione di approvvigionarsi di acqua (gli allacci nelle abitazioni arrivarono molto più tardi).
QUELLE fontanelle dal disegno semplice e armonioso, hanno costituito un vanto per la città. Per certi aspetti una attrazione turistica. Una presenza “musicale” per lo scorrere dell’acqua (solo in seguito furono applicati dei regolatori), ma soprattutto una risorsa cui far riferimento specie in estate per un ritemprante sorso d’acqua fresca. Era il ritrovo intorno al quale, in attesa che i recipienti si riempissero, si discuteva del più e del meno. Talvolta si litigava anche a ragione della precedenza non rispettata. Insomma quelle fontanelle costituivano il palcoscenico di una città con i suoi pregi e i difetti.
MAN MANO per la gran parte quelle fontanelle sono state rimosse; le restanti manomesse e vandalizzate. Le poche superstiti fanno muta e poco edificante mostra di sé. Giuseppe Marasco ha inviato una “lettera aperta” alla Commissione straordinaria al comune nella quale affermato che <l’acqua costituisce un bene comune irrinunciabile> e rilevato come <in Italia cresce il consumo di acqua del rubinetto a discapito di quella in bottiglia>, chiede <di aprire e far funzionare tutte le fontanelle della città per consentire alla popolazione e ai turisti di attingere acqua>.

L'immagine può contenere: cielo, nuvola e spazio all'aperto
Michele Apollonio

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