Grano duro, +1 euro dopo il ribasso. Gli stoccatori chiedono un tavolo di concertazione

La Commissione Prezzi dei cereali in Camera di Commercio Foggia ha dovuto rivedere le proprie posizioni. Dopo la forte protesta delle organizzazioni a

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La Commissione Prezzi dei cereali in Camera di Commercio Foggia ha dovuto rivedere le proprie posizioni. Dopo la forte protesta delle organizzazioni agricole e in particolare di Cia e Coldiretti che la settimana scorsa non avevano votato, la Commissione ha rivisto in lieve rialzo rispetto ai 29 euro di 7 giorni fa il prezzo del grano duro quotato oggi 30 euro.
In settimana moltissimi agricoltori hanno venduto il loro grano, ma nessun rivenditore ha venduto a 29 euro, come indicato dal duo Caione-Barilla. C’è chi è andato a casa staccando anche assegni con 32 euro.

Ergo, il prezzo basso era fuori dalla realtà, nonostante l’invasione di grano estero, fatto arrivare per tenere basso il grano nazionale.
“Esiste più di una anomalia tra i pastifici. Le pubblicità sono piene di made in Italy sbandierato, ma chi lo dice ai consumatori che le strategie dei grossi player sono contro gli agricoltori italiani?”, l’interrogativo di molti operatori.
Intanto in una nota gli stoccatori di Capitanata si dicono rammaricati per il brusco calo delle quotazioni di mercato del grano duro nazionale,  nonostante la carenza di prodotto raccolto.
E osservano: “È inspiegabile l’attuale dinamica di mercato – alla luce delle scarse rese produttive espresse dalla provincia di Foggia -, che resta comunque, anche se con un calo del 40%, il granaio d’Italia. Siamo certi che si tratti di un momento  speculativo che  penalizza la parte commerciale e produttiva , dato anche  le basse rese. La Neonata Associazione Unione Stoccatori di Materie Prime Foggia, confederata Confcommercio, conscia delle difficoltà del settore, si pone come sempre,  al sostegno della filiera produttiva e di trasformazione nazionale e locale, offrendo i propri servizi e la propria disponibilità al territorio e al comparto. Vigileremo affinché, dinamiche commerciali che vanno  contro l’espressione dell’autenticità e gli interessi del vero Made in Italy, non inquinino e scoraggino il comparto. Lavoreremo affinché queste dinamiche non influenzino negativamente  i prezzi  e quindi,  quel minimo necessario e  indispensabile per sostenere la  produzione di grano duro Italiano”.

USMP, lavorerà da subito, per la creazione di un tavolo di concertazione fra le varie rappresentanze del settore produttivo e della trasformazione, per superare al meglio questi momenti difficili.
“Siamo convinti che il comparto nazionale cerealicolo –  semoliero  – pastaio, abbia grandi potenzialità di sviluppo e di conquista di nuovi mercati internazionali,  nonchè di consolidamento di quelli dove già è presente e abbia, infine, la capacità di tenere a bada la concorrenza straniera che incalza. Saremo in grado di vincere questa sfida solo se  capaci di dare la giusta remunerazione a ogni settore della filiera,  per  fare del Made in Italy agroalimentare un marchio di qualità non solo del prodotto stesso, ma anche di tutti  gli attori che concorrono alla sua realizzazione”.

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