La visita del Papa – 24 maggio 1987

Quella del 24 maggio 1987 resta ancora l’unica visita di un pontefice a Foggia e, proprio per questo, seppe suscitare una grande emozione in tutta la

Manfredonia – il 2 Novembre sono i defunti che riempiono la calza ai bambini. Di Franco Rinaldi.
Sagra della Pettola
La cabina di regia è fissata per martedì, il consiglio dei ministri invece per il prossimo giovedì, ma probabilmente si attenderà davvero l’ultimo minuto – ovvero i dati dell’andamento dell’epidemia delle ultime ore – prima di scrivere quel decreto che più di altri segnerà un punto di snodo nelle regole da seguire da quando è cominciata la pandemia. Un testo assolutamente necessario, senza il quale sarebbe decretata la fine di ogni restrizione a partire dal Primo maggio e gli esperti sono invece ancora molto prudenti, visto che la circolazione del coronavirus è ancora alta e anche il numero dei morti è in media di quasi 140 al giorno. Troppi per calare ovunque dal viso anche le mascherine al chiuso, che il ministro della Salute, Roberto Speranza, pensa invece di lasciare ancora dove più alto è il rischio di contagio dovuto a vicinanza o numero di presenti. Resterebbe dunque l’obbligo anche negli stadi, mentre se ne dovrebbe fare a meno per andare al supermarket o fare shopping per negozi, così come per consumare un caffè al bar o quando ci sialza da tavola al ristorante, anche se si è al chiuso. Resta ancora tutto da dipanare, invece, il nodo scuola, ma tutto fa pensare che la situazione resti com’è fino all’obbligo servirebbe un nuovo atto di legge che difficilmente verrà promulgato. Per il resto – mezzi di trasporto, luoghi di lavoro, ospedali e Rsa – l’obbligo di mascherina resterà. Anzi, nelle strutture sanitarie fino al 31 dicembre sarà obbligatorio mostrare il Super Green Pass. Che per il resto scomparirà ovunque, anche nella sua versione basica. Per gli ultracinquantenni, per le forze dell’ordine e armate, il personale della scuola e delle università, resterà infine ancora fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale, che sarà esteso al 31 dicembre per i lavoratori della sanità. Vediamo punto per punto Al lavoro Al lavoro dovrebbe restare l’obbligo di indossare la mascherina e fino alla fine dell’anno resta la possibilità di ricorrere allo smart working senza accordo collettivo. Il Green Pass non verrà più richiesto, ma resterà “attivo”. In vacanza Accesso in hotel così come nei B&B senza Green Pass e stesso discorso per i musei. Niente certificato anche per chi viaggia da e per l’Italia. In viaggio Restano le mascherine sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza e locali, come i tram. Gli esperti vogliono lasciare l’obbligo delle Ffp2 anziché dare il via libera alle chirurgiche. Cinema e teatri Addio green pass per cinema, teatro, discoteca stadi e concertoni. La mascherina dovrebbe restare obbligatoria al cinema, a teatro e comunque negli spettacoli al chiuso. Al ristorante Addio al green pass ovunque al chiuso per bar e ristoranti anche all’interno degli hotel. Via anche le mascherine quando ci si alza dal tavolo. A scuola A scuola restano le mascherine, dalle elementari in su, università comprese. L’obbligo a questo punto dovrebbe restare fino alla fine dell’anno scolastico e varrebbe tanto gli studenti che per il personale docente. Lo sport Per allenarsi, fare nuoto o attività in palestra, anche al chiuso, niente Green Pass. Lo stesso vale per centri benessere e termali, dalle saune ai bagni turchi. Cosa rimane Fino al 31 dicembre resterà l’obbligo di avere il Green Pass rafforzato per entrare in ospedale e nei luoghi dove si trovano le persone fragili, cioè malati e anziani. In questi casi andrà anche portata sempre la mascherina.

Quella del 24 maggio 1987 resta ancora l’unica visita di un pontefice a Foggia e, proprio per questo, seppe suscitare una grande emozione in tutta la popolazione foggiana.

Giovanni Paolo II, accompagnato da mons. De Giorgi e dal sindaco Petrino, celebrò la Santa Messa all’aereoporto Gino Lisa mentre la sera, in uno Zaccheria affollatissimo, volle incontrare i giovani come avrebbe fatto tantissime altre volte durante tutto il suo pontificato

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II

da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 25 maggio 1987 – Michele Partipilo

Nella grotta di S. Michele, a Manfredonia, poi a Foggia e nel santuario dell’Incoronata. Giovanni Paolo II ha vissuto, da pellegrino, la sua seconda giornata in Capitanata. Molto suggestiva e carica di significati, che egli stesso ha sottolineato, la visita a Monte S. Angelo, visita che si ricollega alla tradizione.

“Sono venuto – ha detto – per venerare e invocare l’arcangelo San Michele, perché protegga e difenda la Santa Chiesa in un momento in cui è difficile rendere un’autentica testimonianza cristiana senza compromessi e senza accomodamenti.”

“Questa lotta contro il demonio – ha aggiunto – che contraddistingue la figura dell’arcangelo Michele, è attuale ancora oggi perché il demonio è tuttora vivo e operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l’incoerenza dell’uomo, la frattura interiore della quale è vittima non sono solo le conseguenze del peccato originale, ma anche effetto dell’azione infestatrice ed oscura del Satana, di questo insidiatore dell’equilibrio morale dell’uomo, che San Paolo non esita a chiamare il dio di questo mondo in quanto si manifesta come astuto incantatore che sa insinuarsi nel gioco del nostro operare per introdurvi deviazioni tanto nocive, quanto all’apparenza conformi alle nostre istintive aspirazioni.”

Il momento clou della giornata è stato rappresentato dall’arrivo a Foggia. Era la prima volta che un Pontefice metteva piede nel capoluogo dauno. E i foggiani hanno risposto con calore a questa visita, accalcandosi nel piazzale dell’aereoporto “Gino Lisa” dove il Papa è arrivato in elicottero proveniente da Monte S. Angelo. In quasi centomila hanno sfidato un sole inclemente ed hanno gridato la loro gioia per questa visita tanto attesa. A ricevere il Papa, oltre al sindaco di Foggia, Petrino, anche il Ministro per i rapporti con il Parlamento Gifuni, che ha salutato il Pontefice a nome del governo italiano. Nel saluto ai foggiani Giovanni Paolo II ha messo in rilievo la nascita della città legata al ritrovamento di una tavoletta (l’Iconavetere) rappresentante la Madonna e che “è cara anche al mio cuore perché mi ricorda molto la Vergine di Jasna Gora”. Ma il Papa non ha trascurato l’attuale realtà foggiana che anche se ancora fondata sul lavoro agricolo, è ormai fortemente segnata dalla presenza industriale.

“A voi, però, resta soprattutto l’impegno di svolgere sul piano umano, sociale e cristiano, un compito ancora più alto: far sì – ha detto il Pontefice rivolgendosi alla folla – che il lavoro non sia solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, per sé e per la famiglia, ma anche di elevazione per la persona umana”.

Ancora nel saluto, il Papa ha introdotto il tema chiave della giornata: il rispetto della vita umana e l’importanza della famiglia. La scelta di questi argomenti non è casuale: Foggia nelle statistiche aggiornate al 1986, deteneva infatti il primato regionale per quanto concerne il numero degli aborti. Un triste record che il Pontefice ha messo in risalto anche durante il discorso nel santuario dell’Incoronata:

“Senza l’amore vicendevole, autentico, la famiglia non può vivere, non può crescere – ha detto dopo aver ricordato il numero crescente dei divorzi e il permissivismo morale nei rapporti prematrimoniali – non può perfezionarsi come comunità di persone: è tale amore che porta al dono della vita ai figli, e spinge alla solidarietà ed alla comunione con altre famiglie”.

Già nell’omelia della Messa concelebrata con tutti i vescovi della Puglia nell’aereoporto “Gino Lisa”, il “bianco pellegrino” aveva messo in guardia contro gli attacchi che la società contemporanea sferra alla fede cattolica.

“Anch’io vi esorto a rigenerare la consapevolezza del vostro credo, secondo le esigenze spirituali di oggi – ha affermato – divenendo sempre più consapevoli di quello che ai nostri giorni occorre testimoniare”.

“Riscoprite – ha poi aggiunto – il ruolo che vi spetta come comunità partecipe della missione propria a tutto il popolo cristiano. Perseverate anche nella volontà di aprire il vostro cuore con generosità veramente cattolica”.

Gli stessi temi il Pontefice li ha ripresi nello spumeggiante incontro della serata con i giovani nello stadio di Foggia. Pur riconoscendo i mali che affliggono la società contemporanea (le ideologie morte, la disgregazione culturale, il culto sfrenato dei valori materiali, le discriminazioni sociali, la disoccupazione) ha ricordato che “l’amore è la forza costruttiva di ogni positivo cammino per l’umanità”. I valori del sacerdozio sono stati invece riproposti da Giovanni Paolo II nell’incontro con i sacerdoti, religiosi e seminaristi nella Cattedrale di Foggia. C’è stato così un riaggancio ideale con quanto il Pontefice ha detto sabato nella sua visita a San Giovanni Rotondo dove ha reso omaggio a Padre Pio. Accanto a questo grande testimone del nostro tempo, per il quale è in corso un processo di beatificazione, è venuto spontaneo al Papa ricordare un’altra grande figura di religioso: don Pasquale Uva, “splendida figura del clero delle Puglie”. La “Casa della Divina Provvidenza” voluta da don Uva e dove stamattina il Pontefice si fermerà per qualche minuto prima di prendere l’elicottero per San Severo, continua ad essere una struttura importantissima per l’assistenza psichiatrica.

Oggi il Pontefice concluderà la sua visita in Capitanata, dove un Papa ritorna dopo più di sette secoli, visitando la comunità di San Severo (vi celebrerà la Messa), e di Lucera, Troia, Bovino, Ascoli Satriano e Cerignola. Un “tour” particolarmente impegnativo che ha fatto di questa sessantacinquesima visita pastorale una delle più lunghe e intense.

24 maggio 1987: Papa Giovanni Paolo II a Manfredonia

 

 

 

 

fonte  manganofoggia.it

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