Quella del 24 maggio 1987 resta ancora l’unica visita di un pontefice a Foggia e, proprio per questo, seppe suscitare una grande emozione in tutta la
Quella del 24 maggio 1987 resta ancora l’unica visita di un pontefice a Foggia e, proprio per questo, seppe suscitare una grande emozione in tutta la popolazione foggiana.
Giovanni Paolo II, accompagnato da mons. De Giorgi e dal sindaco Petrino, celebrò la Santa Messa all’aereoporto Gino Lisa mentre la sera, in uno Zaccheria affollatissimo, volle incontrare i giovani come avrebbe fatto tantissime altre volte durante tutto il suo pontificato
da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 25 maggio 1987 – Michele Partipilo
Nella grotta di S. Michele, a Manfredonia, poi a Foggia e nel santuario dell’Incoronata. Giovanni Paolo II ha vissuto, da pellegrino, la sua seconda giornata in Capitanata. Molto suggestiva e carica di significati, che egli stesso ha sottolineato, la visita a Monte S. Angelo, visita che si ricollega alla tradizione.
“Sono venuto – ha detto – per venerare e invocare l’arcangelo San Michele, perché protegga e difenda la Santa Chiesa in un momento in cui è difficile rendere un’autentica testimonianza cristiana senza compromessi e senza accomodamenti.”
“Questa lotta contro il demonio – ha aggiunto – che contraddistingue la figura dell’arcangelo Michele, è attuale ancora oggi perché il demonio è tuttora vivo e operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l’incoerenza dell’uomo, la frattura interiore della quale è vittima non sono solo le conseguenze del peccato originale, ma anche effetto dell’azione infestatrice ed oscura del Satana, di questo insidiatore dell’equilibrio morale dell’uomo, che San Paolo non esita a chiamare il dio di questo mondo in quanto si manifesta come astuto incantatore che sa insinuarsi nel gioco del nostro operare per introdurvi deviazioni tanto nocive, quanto all’apparenza conformi alle nostre istintive aspirazioni.”
Il momento clou della giornata è stato rappresentato dall’arrivo a Foggia. Era la prima volta che un Pontefice metteva piede nel capoluogo dauno. E i foggiani hanno risposto con calore a questa visita, accalcandosi nel piazzale dell’aereoporto “Gino Lisa” dove il Papa è arrivato in elicottero proveniente da Monte S. Angelo. In quasi centomila hanno sfidato un sole inclemente ed hanno gridato la loro gioia per questa visita tanto attesa. A ricevere il Papa, oltre al sindaco di Foggia, Petrino, anche il Ministro per i rapporti con il Parlamento Gifuni, che ha salutato il Pontefice a nome del governo italiano. Nel saluto ai foggiani Giovanni Paolo II ha messo in rilievo la nascita della città legata al ritrovamento di una tavoletta (l’Iconavetere) rappresentante la Madonna e che “è cara anche al mio cuore perché mi ricorda molto la Vergine di Jasna Gora”. Ma il Papa non ha trascurato l’attuale realtà foggiana che anche se ancora fondata sul lavoro agricolo, è ormai fortemente segnata dalla presenza industriale.
“A voi, però, resta soprattutto l’impegno di svolgere sul piano umano, sociale e cristiano, un compito ancora più alto: far sì – ha detto il Pontefice rivolgendosi alla folla – che il lavoro non sia solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, per sé e per la famiglia, ma anche di elevazione per la persona umana”.
Ancora nel saluto, il Papa ha introdotto il tema chiave della giornata: il rispetto della vita umana e l’importanza della famiglia. La scelta di questi argomenti non è casuale: Foggia nelle statistiche aggiornate al 1986, deteneva infatti il primato regionale per quanto concerne il numero degli aborti. Un triste record che il Pontefice ha messo in risalto anche durante il discorso nel santuario dell’Incoronata:
“Senza l’amore vicendevole, autentico, la famiglia non può vivere, non può crescere – ha detto dopo aver ricordato il numero crescente dei divorzi e il permissivismo morale nei rapporti prematrimoniali – non può perfezionarsi come comunità di persone: è tale amore che porta al dono della vita ai figli, e spinge alla solidarietà ed alla comunione con altre famiglie”.
Già nell’omelia della Messa concelebrata con tutti i vescovi della Puglia nell’aereoporto “Gino Lisa”, il “bianco pellegrino” aveva messo in guardia contro gli attacchi che la società contemporanea sferra alla fede cattolica.
“Anch’io vi esorto a rigenerare la consapevolezza del vostro credo, secondo le esigenze spirituali di oggi – ha affermato – divenendo sempre più consapevoli di quello che ai nostri giorni occorre testimoniare”.
“Riscoprite – ha poi aggiunto – il ruolo che vi spetta come comunità partecipe della missione propria a tutto il popolo cristiano. Perseverate anche nella volontà di aprire il vostro cuore con generosità veramente cattolica”.
Gli stessi temi il Pontefice li ha ripresi nello spumeggiante incontro della serata con i giovani nello stadio di Foggia. Pur riconoscendo i mali che affliggono la società contemporanea (le ideologie morte, la disgregazione culturale, il culto sfrenato dei valori materiali, le discriminazioni sociali, la disoccupazione) ha ricordato che “l’amore è la forza costruttiva di ogni positivo cammino per l’umanità”. I valori del sacerdozio sono stati invece riproposti da Giovanni Paolo II nell’incontro con i sacerdoti, religiosi e seminaristi nella Cattedrale di Foggia. C’è stato così un riaggancio ideale con quanto il Pontefice ha detto sabato nella sua visita a San Giovanni Rotondo dove ha reso omaggio a Padre Pio. Accanto a questo grande testimone del nostro tempo, per il quale è in corso un processo di beatificazione, è venuto spontaneo al Papa ricordare un’altra grande figura di religioso: don Pasquale Uva, “splendida figura del clero delle Puglie”. La “Casa della Divina Provvidenza” voluta da don Uva e dove stamattina il Pontefice si fermerà per qualche minuto prima di prendere l’elicottero per San Severo, continua ad essere una struttura importantissima per l’assistenza psichiatrica.
Oggi il Pontefice concluderà la sua visita in Capitanata, dove un Papa ritorna dopo più di sette secoli, visitando la comunità di San Severo (vi celebrerà la Messa), e di Lucera, Troia, Bovino, Ascoli Satriano e Cerignola. Un “tour” particolarmente impegnativo che ha fatto di questa sessantacinquesima visita pastorale una delle più lunghe e intense.
fonte manganofoggia.it
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