«Sto ricevendo decine di telefonate, dal Gargano al Salento, di colleghi disperati che sono disposti a non aprire i loro lidi se, come sta accadendo i
«Sto ricevendo decine di telefonate, dal Gargano al Salento, di colleghi disperati che sono disposti a non aprire i loro lidi se, come sta accadendo in altre regioni, verrà imposta la distanza di 5 metri tra le fila di ombrelloni. Il loro è un grido di dolore». Lo dichiara Giuseppe Mancarella, rappresentante della Cna Balneatori Puglia: oggi era prevista una riunione con l’assessora regionale al Turismo, Loredana Capone, ma c’è stato un rinvio.
«Vogliamo che si faccia chiarezza al più presto – insiste Mancarella -. Noi siamo pronti ad adottare tutte le misure di sicurezza che occorrono, ma se ci obbligano una distanza tra gli ombrelloni di 5 metri, non ci resta che chiudere i lidi, sarebbe per molti anti-economico aprire. Sono state fatte delle proiezioni, e se ad uno stabilimento con 80 ombrelloni e sdraio imponi una distanza di 5 metri, significa che potrà aprire solamente 20-25 ombrelloni».
In Puglia sono circa 3.500 le strutture balneari, complessivamente sono impiegati oltre 60mila lavoratori. «Nel 90% dei casi – spiega Mancarella -, in Puglia le spiagge sono poco profonde, mediamente intorno ai 16-17 metri. Uno stabilimento con 70 metri di battigia e 15 metri di profondità potrebbe avere, a conti fatti, solo una ventina di ombrelloni. Non siamo l’Emilia Romagna, dove le spiagge hanno profondità oltre che lunghezza».
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