Puglia, agriturismi al tracollo: dall’Ismea 30 milioni

Un crac da 5 milioni di euro in Puglia senza le classiche gite di primavera, causa lockdown, per le 836 strutture pugliesi, un settore che aveva regis

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Un crac da 5 milioni di euro in Puglia senza le classiche gite di primavera, causa lockdown, per le 836 strutture pugliesi, un settore che aveva registrato una crescita a due cifre con circa 850.000 presenze annue e un contributo di peso alla crescita della ricettività turistica, per la quale si sistamo 700 milioni di euro di fatturato in meno nel 2020. Prenotazioni dall’estero cancellate, feste per matrimoni e comunioni annullate e addio alle gite dei classici ponti (25 aprile, 1 maggio etc.) «Abbiamo chiesto alla Regione di deliberare la richiesta di stato di calamità anche per l’agriturismo» dice Savino Muraglia (Coldiretti Puglia), proponendo insieme a Terranostra di «coadiuvare la struttura della Regione nell’aggiornamento sul portale delle strutture, utile alla quantificazione del danno».

Non a caso, per l’intero comparto agricolo Coldiretti aveva lanciato l’appello al Governo perché erogasse liquidità al 57% delle imprese agricole che in Puglia hanno avuto una diminuzione o il blocco totale delle attività a causa della pandemia «che ha sconvolto i mercati con difficoltà per le esportazioni, lo stop forzato al canale ristorazione e la chiusura di alcune attività». Una prima boccata di ossigeno è arrivata dallo sblocco all’erogazione di finanziamenti da parte delle banche alle aziende in difficoltà, decretato dal Dl Liquidità dello scorso 8 aprile (per il quale l’organizzazione ha dato vita alla Rete Agricorporatefinance sul portale www.agricorporatefinance.it). Ma anche nel settore pesca la conta dei danni è lunga.

Confagricoltura stima una contrazione delle vendite dell’acquacoltura senza precedenti: il 70% in due mesi. «Abbiamo calcolato una perdita secca di 500.000 euro al giorno. I conti sono presto fatti: il canale HoReCa, che detiene circa il 35% del mercato, è stato totalmente azzerato, così come le attività della pesca sportiva, cui corrisponde il 15%. Le esportazioni (un altro 20%) sono fortemente ridotte» dice il presidente dell’Associazione piscicoltori italiani Pier Antonio Salvador. Una stangata per la Puglia, specializzata nell’allevamento di spigole e orate nell’ambito delle 300 imprese con 850 siti di allevamento ittico presenti in Italia.

Di qui la decisione del Consiglio di Amministrazione dell’Ismea, che nei giorni scorsi ha deliberato uno stanziamento di 30 milioni di euro. I fondi – spiega una nota dell’Istituto – serviranno ad erogare mutui di importo fino a 30 mila euro a tasso zero con una durata di 5 anni, di cui i primi 2 anni di preammortamento. L’intervento, grazie all’utilizzo della cambiale agraria e della cambiale della pesca, si distingue per la semplicità della procedura e le tempistiche estremamente ridotte «che consentono di poter erogare gli aiuti al massimo entro una settimana dalla richiesta». L’aiuto va a sommarsi alle altre misure straordinarie, tra cui la sospensione delle rate dei mutui, l’estensione dell’operatività delle garanzie Ismea e l’allungamento dei termini per la partecipazione alla Banca della terra.

Plauso arriva dalle organizzazioni. «Le nostre imprese non possono essere lasciate sole, devono essere sostenute» dice Coldiretti Puglia. «La cambiale agraria – chiarisce Confagricoltura – è uno strumento di finanziamento agile che viene utilizzato dalle imprese per sostenere le spese di gestione ordinaria e per le anticipazioni colturali necessarie per lo svolgimento dell’attività agricola».

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