Una diagnosi di tumore, in epoca di Covid-19, è una difficoltà nella difficoltà. È quello che deve aver pensato una donna di 74 anni della provincia d
Una diagnosi di tumore, in epoca di Covid-19, è una difficoltà nella difficoltà. È quello che deve aver pensato una donna di 74 anni della provincia di Taranto che si è rivolta all’ospedale Casa sollievo della Sofferenza, a San Giovanni Rotondo, per affrontare un delicato intervento chirurgico, eseguito in linea con le indicazioni della Direzione Sanitaria.
«In collaborazione con l’equipe Toraco-Polmonare, si è trattato di un complesso intervento di esofago-gastrectomia secondo Ivor-Lewis della durata di circa 7 ore – ha spiegato Francesca Bazzocchi, medico a capo dell’Unita di Chirurgia Addominale dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza –. Si è proceduto all’asportazione di una parte di esofago e di stomaco, sostituiti da un tubulo gastrico, con i quali abbiamo ricreato la ricostruzione del tratto digerente per il transito del bolo». La donna è attualmente in buone condizioni, sarà dimessa nei prossimi giorni, ed ha già ripreso ad alimentarsi normalmente.
«Dopo la diagnosi di tumore, ci siamo subito attivati per l’intervento d’urgenza – ha raccontato la figlia della paziente –. Da Casa Sollievo abbiamo ottenuto risposta l’indomani. La settimana prossima mia mamma sarà dimessa – ha continuato la donna – e noi non smetteremo mai di ringraziare l’Unità di Chirurgia Addominale, diretta dal chirurgo Francesca Bazzocchi, che ha eseguito l’intervento. Stesso ringraziamento anche alle Unità di Chirurgia Toracica e Gastroenterologia, dirette dal chirurgo Marco Taurchini e dal gastroenterologo Angelo Andriulli. In tutti loro, e nei team che dirigono, abbiamo trovato professionalità, una rara e solare umanità e una singolare energia positiva, che possiedono solo coloro che amano il proprio lavoro».
A pochi giorni dall’intervento è arrivata la sorpresa inattesa. La famiglia della donna ha fatto recapitare in dono all’ospedale una fornitura di 4 televisori LCD da installare nelle stanze di degenza. “Vi preghiamo di accettare questo piccolo dono”, si legge nella lettera di accompagnamento, “per voi e per i malati di cui vi prendete cura”.
COMMENTI