Coronavirus, settore alberghiero in crisi in Puglia: l’analisi di Francesco Caizzi (Federlaberghi) „

  Francesco Caizzi, presidente Federalberghi Puglia, in un'intervista rilasciata all'AdnKronos, sottolinea il momento critico del settore albe

Puglia. Il numero degli incidenti resta stabile nel 2023
Puglia nella morsa del caldo: black-out a Molfetta e Taranto, a Foggia superati i 41 gradi
Emergenza Covid, in 49mila potranno vaccinarsi per primi in Puglia. Gli operatori sanitari sono poco più di 35mila

 

Francesco Caizzi, presidente Federalberghi Puglia, in un’intervista rilasciata all’AdnKronos, sottolinea il momento critico del settore alberghiero in Puglia e perdite tra i 100 e i 150 milioni di fatturato al mese. Appena duecento ad oggi le persone assunte. In estate se ne registrano mediamente 11mila ad agosto.

Nell’iincontro preliminare del partenariato al completo che si è svolto con l’assessore regionale al turismo Loredana Capone e con il responsabile delle emergenze epidemiologiche Pierluigi Lopalco sulle riapertura, si è parlato di come ripartire per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei clienti: “Nello stesso tempo – ha sottolineato – dobbiamo mediare tra le esigenze economiche e aziendali e le esigenze sanitarie: non si può pensare che un albergo diventi un ospedale perché medicalizzare le nostre aziende significa non produrre reddito”.

“Una camera d’albergo – avverte il presidente di Federalberghi – non può diventare il sostituto di una camera di un ospedale o non può avere con gli stessi protocolli di una rianimazione. Non potremmo più vendere una camera a 50/60/70 euro ma dovremmo venderla a 2000/3000 euro. Scienziati, medici e imprenditori devono fare una sintesi. Personalmente ritengo che se non c’è sicurezza, non occorre ripartire per forza. D’altra parte non possiamo permettere che i nostri collaboratori muoiano di fame, quindi qualcosa dobbiamo inventare”.

Ad esempio, le strutture alberghiere stanno cercando di fare la rotazione delle camere ma potrebbe non bastare: “Il cliente esce dalla camera, la camera viene pulita dopo due giorni, mediamente. Quindi ci sono tutti quei tempi tecnici – afferma – per la distruzione quasi automatica del batterio, se dovesse essere presente. Però, come dice la virologa Capua, noi non sappiamo ancora come si comporta il virus. Quindi potrebbe anche essere inutile fare quell’attività perché se il virus dura tre giorni, rientrare il secondo giorno non serve”.

Tra i nodi da risolvere anche il tema di come fare la ristorazione, se con i piatti di plastica o di carta. Inoltre, aggiunge Caizzi, “si potrebbe proporre per i ristoranti un sistema di prenotazione come in America”. Il presidente regionale di Federalberghi si è detto scettico sui vetri in plexiglass nei ristoranti o sulle spiagge: “Sicuramente si riduranno le capacità produttive e automaticamente cambieranno i costi”

Per quanto riguarda gli stabilimenti balneare, “la vedo dura” ammette, ma “non tanto per gli ombrelloni a tre metri quanto per gli spazi comuni: bagni, docce, piscine, bambini che corrono. In questa fase dobbiamo trovare un punto di equilibrio, come diceva giustamente il professor Lopalco, dobbiamo ridurre il rischio al minimo, non dobbiamo medicalizzare le aziende e dobbiamo garantire la sicurezza anche civile delle persone”.

COMMENTI

WORDPRESS: 0