Dai limoni alle arance, dalle zucchine ai peperoni, fino alle melanzane e alle fragole, l’aumento dei prezzi per i consumatori ad un tasso superiore d
Dai limoni alle arance, dalle zucchine ai peperoni, fino alle melanzane e alle fragole, l’aumento dei prezzi per i consumatori ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione è un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura con le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri che alimentano anche speculazioni con compensi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia che denuncia una forbice dei prezzi dal campo ai banchi di vendita che si è ulteriormente allargata del +108% per le arance, del 191% per le zucchine e del 100% per le fragole.
“E’ deflazione nei campi dove agli agricoltori si vedono pagare dall’ortofrutta all’olio oltre il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione, per colpa delle distorsioni lungo la filiera che provoca pesanti squilibri, mentre i consumatori pagano peperoni a 3,40 euro al chilo, fragole a 5 euro al chilo, zucchine a 3,50 euro al chilo, prezzi che triplicano dal campo alla tavola. È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, minacciato e indebolito dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi. Serve una grande azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale per garantire che dietro tutti i prodotti agricoli e agroalimentari in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguardi l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In questo momento di difficoltà per aiutare il Made in Italy, il consiglio della Coldiretti è quello di comperare direttamente dagli agricoltori nelle fattorie e nei mercati di Campagna Amica che in molte città ha organizzato anche serivi di consegna a domicilio ma anche nei negozi e nei centri della grande distribuzione privilegiando l’acquisto di frutta e verdura nazionali riconoscibile dall’obbligo di indicare l’origine su etichette e cartellini.
La situazione è drammatica per molti agricoltori in Puglia con i raccolti, già impoveriti dall’alternarsi di gelo e siccità per un andamento climatico del tutto anomalo al quale si aggiungono gli effetti della mancanza di almeno 5mila lavoratori stagionali che – sottolinea la Coldiretti – mette a rischio le forniture alimentari degli italiani. Con l’avanzare della stagione a rischio – continua la Coldiretti – c’è più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti.
“Dopo il blocco delle frontiere che ha fatto venire meno la presenza di gran parte dei lavoratori stranieri dai quali dipende ¼ della produzione di Made in Italy alimentare, con oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri solo in provincia di Foggia nel 2018, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, numeri e necessità avvertite anche nelle altre province della Puglia”, aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
Per combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura la Coldiretti ha creato la banca dati “Jobincountry” autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono alla quale sono già arrivate 1500 offerte di lavoro. Ma per consentire a tanti cassaintegrati, studenti e pensionati italiani che si sono proposti lo svolgimento dei lavori nelle campagne è necessaria però subito una radicale semplificazione del voucher in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne.
Serve però intervenire urgentemente con raccolta in corso per fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane) e in pieno campo. Con l’aprirsi della stagione – sottolinea la Coldiretti – i prodotti di serra lasceranno il posto ai prodotti all’ aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta delle prossime settimane partiranno tra una decina di giorni con la raccolta delle prime ciliegie in Puglia, a seguire partirà la raccolta delle albicocche, prugne e pesche, e soprattutto della grande campagna di raccolta dell’uva da tavola.
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