Per far ripartire i programmi per la procreazione medicalmente assistita (Pma) sospesi per l'emergenza coronavirus, anche in Puglia è pronto ad essere
Per far ripartire i programmi per la procreazione medicalmente assistita (Pma) sospesi per l’emergenza coronavirus, anche in Puglia è pronto ad essere avviato un progetto sperimentale di telemedicina. La sperimentazione coinvolge l’unità di medicina della Riproduzione del presidio sanitario «Jaia» di Conversano, insieme ad altre sette cliniche nazionali: AORN Sana Giuseppe Moscati (Avellino), ASST Papa Giovanni XXXIII (Bergamo), AOU Sant’Orsola (Bologna), ospedale Evangelico Internazionale (Genova), AOU Policlinico San Martino (Genova), ASST Niguarda (Milano) ospedale Pertini (Roma). Il ricorso alla telemedicina consentirà l’erogazione di tutti i servizi indipendentemente dal luogo dove si trovino i soggetti coinvolti ricorrendo a reti fisse, wireless e mobili. Con queste nuove modalità, gli operatori dell’unità operativa potranno procedere ad eseguire consulti, referti e altre forme di assistenza solo ed esclusivamente per via telematica, riducendo così al minimo gli assembramenti. Il Progetto è stato promosso da SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia).
Per effetto dei provvedimenti restrittivi finalizzati al contenimento dei contagi Covid, nella struttura di Conversano – che eroga in media 700 trattamenti l’anno e oltre 7mila prestazioni ambulatoriali – è attivo attualmente soltanto il servizio di Oncofertilità mirato alla preservazione di gameti e/o ovociti in pazienti oncologici e quindi candidati per i trattamenti chemioterapici e/o radioterapici. «La recente sospensione dei trattamenti di Pma – spiega il dottor Giuseppe D’Amato, responsabile della Unità di Medicina della Riproduzione di Conversano – ha finito con il gravare maggiormente sulle pazienti con bassa prognosi: vuoi per età che per la ridotta riserva ovarica».
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