Coronavirus, Puglia «traccia» cellulari «esodati» dal Nord: monitorati gli spostamenti

La Puglia sta esaminando anche i dati delle celle telefoniche cellulari per tracciare gli spostamenti, "specialmente quelli tra Nord e Sud", allo scop

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La Puglia sta esaminando anche i dati delle celle telefoniche cellulari per tracciare gli spostamenti, “specialmente quelli tra Nord e Sud”, allo scopo di ricostruire le catene dei contagi. Lo ha spiegato il professor Pier Luigi Lopalco, responsabile epidemiologico della task-force della Regione: «Abbiamo chiesto i dati alla Normale di Pisa”, quella da cui lui stesso proviene, perché la “geolocalizzazione delle catene di contagio” potrebbe consentire di comprendere meglio le modalità con cui si sta propagando il coronavirus. In particolare per confermare l’ipotesi in base a cui l’epidemia è arrivata in Puglia attraverso gli spostamenti dalla Lombardia (il caso uno, un operaio di Torricella, era andato a trovare la madre ricoverata poco lontano dalla “zona rossa”)».

«Naturalmente si tratta di dati anonimi», ha spiegato Lopalco in riferimento al fatto che i gestori telefonici non forniscono ai centri di ricerca i nomi degli intestatari delle utenze telefoniche cellulari ma soltanto i dati aggregati relativi a tempo, luogo e posizione.

Dall’analisi di questi dati è possibile – lo ha già fatto la Regione Lombardia per verificare se la gente resta effettivamente in casa – avere una idea di come si muovono i cittadini, e quindi sarà possibile capire con più esattezza da dove prevenivano le persone che sono rientrate in Puglia: le autosegnalazioni pervenute alla Regione sono state oltre 35mila. L’esame dei dati di geolocalizzazione è stata affidata a un gruppo statistico coordinato dall’agenzia Aress.

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