Coronavirus, Assoeventi: «Lo stop ai matrimoni mette in ginocchio la Puglia»

Quest'anno per il terzo consecutivo una importante rivista americana ha eletto la Puglia come regione regina al mondo per organizzare i matrimoni più

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Quest’anno per il terzo consecutivo una importante rivista americana ha eletto la Puglia come regione regina al mondo per organizzare i matrimoni più belli ed importanti. Quest’anno sarebbe stato la consacrazione di una nostra vocazione prestigiosa e di valore ed invece questa emergenza sanitaria rischia di azzerare tutto». Michele Boccardi presidente Assoeventi di Confindustraia Bari Bat e nazionale non nasconde la sua preoccupazione. Ieri ha convocato attorno al tavolo alcuni imprenditori del settore per fare il punto della situazione alla luce del decreto della presidenza del consiglio dei ministri appena varato.

«All’articolo 1 comma 2 è scritto nero su bianco: “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, sull’intero territorio nazionale sono sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Questo significa non poter organizzare nulla, annullare ogni evento in programma, dal matrimonio alla festicciola in casa almeno fino al 3 aprile, ma non possiamo prevedere l’effetto a cascata che si avrà anche dopo questa data. Fino a ieri registravamo delle contrazioni nelle presenze: le persone avevano paura e partecipavano meno, ma ora è lo stop totale previsto per legge. Il problema diventa molto più complesso. Il nostro settore così è paralizzato».
Boccardi si fa portavoce di tanti imprenditori pugliesi, piccoli e grandi, che rischiano seriamente di subire una crisi difficile da recuperare. «Il settore wedding pugliese è cresciuto in questi anni, è diventato un ambito economico che muove un indotto rilevante e questi primi mesi dell’anno sono essenziali: assumiamo il personale stagionale in previsione degli impegni che dovremo affrontare. Ed ora?».

I dubbi e le preoccupazioni degli imprenditori non devono in alcun modo sembrare ciniche nei confronti delle vittime che il coronavirus sta provocando in Italia e nel mondo. Nessuno vuole che le ragioni del mercato passino oltre la salute e la vita umana, si chiede però di tenere in considerazione tutti gli effetti di determinate scelte.
«Come imprenditori e associazione siamo pronti al sacrificio e collaboreremo in tutto quello che il Governo stabilirà – sottolinea Boccardi – ci mancherebbe altro! C’è di mezzo la salute pubblica e siamo convinti che ogni sforzo deve essere fatto, ma chiediamo anche sostegno. Ci rivolgiamo alla Regione perché garantisca la Cassa integrazione in deroga per i nostri dipendenti stagionali, altrimenti rischiamo di dover licenziare. Al Governo invece chiediamo che annulli completamente tutti i nostri pagamenti F24 dei tributi, i ratei dei mutui, le cartelle esattoriali. Le tasse non devono essere semplicemente prorogate ma annullate. Se io in questi mesi non guadagno, perché è tutto fermo, non potrò accollarmi i pagamenti neanche a maggio o giugno, perché i ricavi che sto perdendo non torneranno più. Non solo, ci devono essere garantiti seri incentivi per la ripresa».

Eventi, matrimoni, comunioni rischiano seriamente di essere spazzati via per un intero anno. I contraccolpi sono ancora incalcolabili. «Se qualcuno oggi mi dovesse chiedere una stima dei danni, non ho una risposta – spiega Boccardi – siamo alle prese con un qualcosa di assolutamente imprevedibile. In genere per le nostre imprese la stagione di lavoro intensa inizia con la Pasqua, ma al momento non sappiamo bene cosa succederà, ecco perché chiediamo al Governo che integri il Decreto con forme di sostegno concrete a partire già dal 3 aprile: chiediamo la defiscalizzazione dei lavoratori stagionali che assumeremo e soprattutto che gli interventi riguardino tutte le imprese del settore a prescindere dai codici Ateco della Camera di commercio».

I codici Ateco classificano le attività economiche per tipologie. «Solo che spesso capita che aziende che si occupano di organizzare eventi siano classificate come un ristorante, mentre una grande struttura abbia un altro codice identificativo – chiarisce Boccardi -. In una emergenza come questa saranno penalizzate tutte le imprese, ecco perché tutte devono avere sostegno».

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