La Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro sosterrà, per i prossimi cinque anni, tre progetti di ricerca dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza r
La Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro sosterrà, per i prossimi cinque anni, tre progetti di ricerca dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza risultati vincitori del bando Grant Investigator. Si tratta dei progetti di ricerca presentati dai biologi Fabrizio Bianchi, Vincenzo Giambra e Valerio Pazienza.
Il progetto di Fabrizio Bianchi – che dirige il Laboratorio di Cancer Biomakers di Casa Sollievo, dopo esperienze presso l’Istituto Europeo di Oncologia a Milano, il John Radcliffe Hospital della Oxford University e l’IFOM Istituto FIRC di Oncologia Molecolare di Milano –, ha ottenuto fondi per 860.000 euro, ed ha lo scopo di comprendere la funzione di alcuni piccoli acidi nucleici chiamati microRNA che nel tumore possono provocare resistenza alla chemioterapia e favorire la progressione della malattia. «Abbiamo infatti scoperto – ha spiegato Fabrizio Bianchi – che alcuni tumori del polmone molto aggressivi hanno quantità alterate dei microRNA, che li rendono più resistenti alla terapia favorendone la progressione metastatica. Il nostro obiettivo principale è quindi quello di scoprire in che maniera i microRNA rendono più aggressivo il tumore in modo da identificare i meccanismi molecolari alla base della progressione della malattia e sviluppare terapie sempre più efficaci, riducendo la mortalità per cancro del polmone».
Lo studio redatto da Vincenzo Giambra – che ha lasciato la British Columbia Cancer Agency di Vancouver, in Canada, per dirigere il Laboratorio di Ematopatologia dell’IRCS Casa Sollievo della Sofferenza –, mira ad identificare i processi molecolari e cellulari critici per il mantenimento e lo sviluppo della leucemia linfoblastica acuta a linfociti T (LLA-T). «Abbiamo dimostrato che – sottolinea il ricercatore che ha ottenuto da AIRC fondi per 705.000 euro –, le leucemie recidive e/o ricorrenti sono presumibilmente causate dalla presenza di un particolare tipo di cellule, note come cellule staminali leucemiche (CSL), particolarmente resistenti alle terapie standard e con distinte caratteristiche genetiche e fenotipiche rispetto alle altre cellule tumorali. Determineremo come certe mutazioni genetiche, ricorrenti tra i pazienti con LLA-T, trasformino le cellule staminali/progenitrici umane del sangue in cellule leucemiche di tipo T, capaci di crescere in maniera incontrollata e di sfuggire ai trattamenti chemioterapici convenzionali. Gli studi forniranno le basi sperimentali per nuovi trattamenti terapeutici, più efficienti e meno invasivi, per eliminare le cellule staminali leucemiche».
Valerio Pazienza – da dieci anni biologo del Laboratorio di Ricerca di Gastroenterologia, dopo cinque anni di esperienza presso l’Università di Ginevra, in Svizzera –, ha ottenuto fondi per 433.000 euro per caratterizzare il microbiota intestinale, impropriamente conosciuto come flora intestinale, nei pazienti affetti da cancro del pancreas e per formulare nuove combinazioni di probiotici (microorganismi benefici per l’ospite) e prebiotici (nutrienti in grado di stimolare la crescita di microorganismi benefici) in supporto delle terapie anticancro convenzionali. Tra questi, il carcinoma del pancreas, quasi 460 mila nuovi casi nel 2018, è tra le neoplasie con prognosi più infausta perché difficilmente diagnosticabile in fase precoce e perché altamente chemioresistente. «Lo sviluppo di nuove formulazioni di probiotici e prebiotici – sostiene Pazienza –, è finalizzato non solo a ridurre gli effetti collaterali degli attuali schemi terapeutici in pazienti affetti da cancro del pancreas, ma anche a migliorare, eventualmente, la risposta ai trattamenti chemioterapici. Mediante l’utilizzo di modelli di laboratorio si indagheranno, inoltre, i meccanismi attraverso i quali queste miscele di pre/probiotici svolgono la loro azione».
I Grant Investigator di AIRC, che copriranno i costi della ricerca più quello del personale, sono stati selezionati per la loro rilevanza al cancro, l’innovatività, la fattibilità e il potenziale impatto positivo sui pazienti. La valutazione dei progetti si è svolta con il metodo peer review, cioè sono stati valutati da una commissione internazionale di esperti dello stesso settore del proponente.
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