Puglia, ecco il nuovo Cup regionale: «Da aprile sarà unico»

L’idea è di ampliare l’offerta, rendendo disponibili al cittadino le strutture pubbliche e private dell’intera Puglia: chi ha bisogno di una visita ca

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L’idea è di ampliare l’offerta, rendendo disponibili al cittadino le strutture pubbliche e private dell’intera Puglia: chi ha bisogno di una visita cardiologica a Bari, per esempio, potrà sapere che a fronte dei 40 giorni di attesa (poniamo) del Policlinico potrà ottenere la stessa prestazione in tre giorni a Foggia. L’ok del ministero della Salute al finanziamento da 25 milioni ha permesso alla giunta regionale di approvare il piano per l’ammodernamento dei Centri unici di prenotazione predisposto dall’assessorato alla Salute con il dirigente Vito Bavaro: entro aprile i Cup saranno tutti collegati in rete tra loro.

Il modello scelto dalla Puglia è il Cup integrato: significa che Asl e Policlinici continueranno ad avere il proprio centro di prenotazione, ma si collegheranno a un server regionale «orchestratore» che metterà in comune le agende in materia che Bari possa vedere Brindisi (e viceversa). Il sistema è già in fase di test con tutte le Asl (tranne Lecce), Policlinico di Bari, Riuniti di Foggia e Irccs di Castellana. Entro febbraio dovrebbero unirsi Asl Lecce e Irccs di Bari, ed entro aprile anche i tre ospedali ecclesiastici. Nel frattempo ciascuna Asl dovrà fare in modo che nel meccanismo rientrino anche i privati. A Bari, ad esempio, ci sono già, mentre a Foggia e nella Bat diverse strutture accreditate non passano dal Cup.

C’è comunque un limite importante: il Cup regionale non potrà vedere le agende di tutte le specialità ma, almeno nella prima fase, solo quelle oggetto di monitoraggio dei tempi di attesa. «Partiamo con le prestazioni più rilevanti – spiega il direttore del dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro – con l’obiettivo di fare dei test prima di condividere tutte le agende di tutte le aziende». Ci sono una serie di casi particolari che vanno esaminati, e una serie di esami e prestazioni (la cardiologia, ad esempio) in cui è necessario un intervento massiccio sui tempi. L’approccio di Montanaro – condiviso dal ministero, che ha approvato il Piano della Puglia per la riduzione delle liste d’attesa – è di partire dalla riorganizzazione del sistema per poterne identificare le criticità. Ma bisogna, ad esempio, inserire nei Cup anche tutte le agende dell’intra moenia (l’attività libero professionale a pagamento), che ancora troppi reparti gestiscono in proprio. E questo anche per poter implementare i cosiddetti «percorsi di tutela»: se il sistema pubblico non è in grado di garantire la prestazione richiesta nei tempi massimi previsti per ciascuna categoria, al cittadino dovrà essere offerta la visita in intra moenia o dal privato pagando soltanto il ticket. Ma per arrivarci, appunto, serve che il sistema sia realmente integrato. «Bisogna partire dalla riorganizzazione dei sistemi informatici – conferma Montanaro – poi potremo capire le misure necessarie per la riduzione delle liste d’attesa, l’ultima delle quali è il potenziamento del personale».

Il tema del potenziamento dei sistemi informatici riguarda anche il cittadino. La Puglia è dotata del fascicolo sanitario elettronico e teoricamente è già possibile prenotare una visita anche attraverso Internet: ma il sito e la app «Puglia Salute» sono ancora molto rudimentali. La strada più semplice è che siano il medico di base o il pediatra ad effettuare direttamente la prenotazione della visita richiesta dal paziente: il software già lo prevede, ma per far partire la novità manca l’accordo sindacale.

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