Puglia, 118 «pubblico» con 2500 assunzioni: il progetto

In ballo c’è la gestione di un servizio fondamentale come il trasporto dei malati. Ma anche il futuro di 2.000-2.500 persone, tra dipendenti e volonta

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In ballo c’è la gestione di un servizio fondamentale come il trasporto dei malati. Ma anche il futuro di 2.000-2.500 persone, tra dipendenti e volontari delle associazioni che oggi gestiscono le postazioni del 118. Un settore che la Regione sembra intenzionata ad internalizzare, attraverso le Sanitaservice, ma senza mandare in pensione l’ipotesi dell’Areu, l’Agenzia regionale dell’emergenza-urgenza che potrebbe (potrebbe) assorbire invece i 525 medici delle ambulanze.
Giovedì scorso il capo dipartimento Vito Montanaro ha riunito i sindacati, che sono – giustamente – in fibrillazione. I medici (non convocati al tavolo) chiedono di essere consultati. E le associazioni (ognuna delle 218 postazioni attive, contro le 243 programmate, vale circa 250mila euro l’anno) sono sul piede di guerra: Anpas, Croce Rossa e Misericordie temono che l’internalizzazione «diventi la tematica su cui basare l’intera campagna elettorale ad opera dei soliti noti».

Certo internalizzare non sarà una passeggiata. Si dovrebbe (dovrebbe) partire con i dipendenti attuali delle associazioni, cioè i quattro autisti previsti per ciascuna postazione. Ma la Fials, con il segretario regionale Massimo Mincuzzi, chiede che si passi almeno a sei autisti per postazione, così da assorbire tramite concorso «almeno due degli attuali volontari-soccorritori». Perché il problema è che il sistema si basa soprattutto sul volontariato, spesso un paravento che nasconde lo sfruttamento a poche centinaia di euro al mese. Ma a un costo medio di 30-40mila euro annui, i soli dipendenti (poi ci sono le ambulanze, la manutenzione, il carburante…) costerebbero 100 milioni l’anno contro gli attuali 55-60 spesi oggi, considerando pure che a Foggia il 118 è già gestito dalla Sanitaservice: il meccanismo, insomma, oggi regge soltanto perché i soccorritori vengono pagati pochi soldi.

«Chiediamo di consultarci e di affrontare, dopo 10 anni, il tema dell’accordo integrativo regionale per l’emergenza» dice il segretario regionale dei medici del settore, Nicola Gaballo (Fimmg), secondo cui «è positivo l’abbandono del modello Areu». Ma questo – spiega Montanaro – non è affatto detto. «Il progetto dell’Areu – secondo il capo dipartimento Salute – non può essere accantonato del tutto, perché è collegato alla revisione del sistema di emergenza-urgenza alla luce del riordino ospedaliero. Le Sanitaservice devono occuparsi del trasporto, non della parte medica che deve trovare una collocazione oggi oggetto dell’attenzione delle organizzazioni sindacali».

Detto in altri termini, bisogna capire se il 118 sarà a gestione diretta oppure passerà attraverso l’Agenzia che nessuno vuole. E comunque, prima dell’internalizzazione (in base alle nuove linee guida approvate dalla giunta su Sanitaservice) bisognerà superare la prova di desistenza economica: dimostrare, cioè, che il nuovo sistema (a parità di funzioni) è più conveniente del precedente.
Montanaro ha chiesto ai sindacati di presentare per iscritto proposte che verranno vagliate dal governatore Michele Emiliano. Se ne riparlerà dopo le feste. Ma, certamente, i tempi non saranno brevi, difficilmente prima delle Regionali come temono le associazioni che parlano di «fini elettoralistici». Il nuovo modello rischia, effettivamente, di distruggere un pezzo del mondo del volontariato: l’ipotesi è di affidare alle associazioni il trasporto secondario dei malati.

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