La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di nove persone, tra le quali il consigliere regionale ed ex assessore pugliese all’Ambiente Fi
La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di nove persone, tra le quali il consigliere regionale ed ex assessore pugliese all’Ambiente Filippo Caracciolo, accusate a vario titolo di concorso in turbativa d’asta, corruzione e falso con riferimento a due presunte gare truccate per la costruzione di una scuola a Corato e di un impianto per trattamento rifiuti ad Andria. Caracciolo rimise le deleghe da assessore nel febbraio 2018, all’indomani dell’avviso di garanzia da parte della magistratura barese.
Nell’inchiesta, coordinata dalla pm Salvina Toscani, sono indagati, oltre Caracciolo, l’ex direttore generale di Arca Puglia, Sabino Lupelli, gli imprenditori Massimo e Amedeo Marino Onofrio Manchisi, il dirigente comunale di Barletta Donato Lamacchia, gli imprenditori Alessandro Ermini e Rossano Dell’Innocenti, l’ex direttore generale di Amiu Puglia Antonio Di Biase, Il dirigente tecnico dell’Aro 2 Bat dei Comuni di Andria, Minervino Murge, Spinazzola e Canosa di Puglia Antonio Dibari. L’inchiesta è nata da un altro procedimento su un presunto giro di tangenti in cambio di appalti dell’Arca Puglia, l’agenzia regionale che gestisce le case popolari, nell’ambito del quale l’ex dg Lupelli e l’imprenditore Massimo Manchisi hanno patteggiato la pena.
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