Foggia, «È corruzione»: l’accusa insiste sul caso Cera

Angelo e Napoleone Cera sono finiti ai domiciliari il 17 con l’accusa di tentata concussione nei confronti dei vertici del Consorzio di bonifica della

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Angelo e Napoleone Cera sono finiti ai domiciliari il 17 con l’accusa di tentata concussione nei confronti dei vertici del Consorzio di bonifica della Capitanata. Ma secondo la Procura di Foggia, che a luglio ne aveva chiesto il carcere, i due politici di San Marco in Lamis meritano l’arresto anche per gli altri due episodi emersi dall’inchiesta, le pressioni sulla Asl per l’appalto del Cup e lo scambio elettorale con il governatore Michele Emiliano che l’accusa ritiene corruttivo.
Ecco perché anche l’accusa impugnerà davanti al Riesame l’ordinanza del gip Dino Dello Iacovo, nella parte in cui non ha riconosciuto l’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell’ex parlamentare Angelo e del consigliere regionale Napoleone per i reati di induzione indebita e di corruzione. I loro difensori hanno già presentato ricorso al Tribunale della Libertà per chiedere l’annullamento delle misure cautelari: l’emendamento al bilancio proposto da Napoleone che toglieva ai Consorzi foggiani la gestione dell’irrigazione – dicono – non sarebbe mai stato approvato, dunque era un’arma di minaccia spuntata. Ma il gip è stato di parere contrario.

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