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Senza pc e stampanti, costretti ad alternarsi a una postazione con inevitabili disagi per l’utenza e rischi di aggressione, come accaduto a Taranto: da 15 mesi i Centri per l’impiego delle ex Province e transitati alla Regione devono fare i conti con l’assenza di strumenti e personale. Una situazione al limite che sta generando disagi in tutti i vari Cpi provinciali del territorio regionale. Una situazione che viene stigmatizzata dal segretario regionale del Csa Regione-autonomie locali, Carlo Cirasola secondo il quale «si è creata una grave situazione di immobilismo che ha reso difficile consentire ai dipendenti dei Centri di poter svolgere la propria attività. Abbiamo più volte inviato alla Regione Puglia ed All’Arpal (Agenzia che gestisce da marzo 2019 le politiche attive del lavoro) richieste di incontro per poter affrontare le varie problematiche che attanagliano i Centri per l’Impiego, richieste, rimaste purtroppo inascoltate».
La rappresentanza sindacale fa riferimento soprattutto «alla cronica e gravissima carenza di personale, ulteriormente aggravata dalla mancanza di attrezzature strumentali (personal computer e stampanti multifunzione in primis) indispensabili per lo svolgimento dei compiti istituzionali. Questi gravi ritardi, pongono i dipendenti nella assurda situazione di fare i turni tra di loro per l’utilizzo delle poche postazioni a disposizione con l’aggravante «che spesso sono anche soggetti ad invettive ed in alcuni casi veri e propri casi di aggressione da parte dei cittadini, insoddisfatti ed inferociti dalla mancanza ed alla inadeguatezza dei servizi erogati».
Csa, nelle note rimaste prive di riscontro ha chiesto «l’istituzione di un servizio di guardiania e vigilanza presso i CPI per tutelare l’incolumità dei dipendenti, specie di quelli che prestano servizio in aree particolarmente delicate, vedi le continue aggressioni cui sono sottoposti i dipendenti del CPI di Taranto».
Da qui l’appello a rimuovere ogni ostacolo di natura burocratico-finanziaria per l’acquisto delle attrezzature mancanti e per la sostituzione graduale e programmata di quelle più inadeguate «affinchè questi uffici possano tornare ad avere la dignità che i compiti affidati dalla legge richiedono, nella massima tutela e salvaguardia della integrità fisica e morale dei dipendenti».
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