290 milioni di euro che la Puglia non ha speso nel 2018 per rispettare il vincolo del pareggio di bilancio ammontano in percentuale allo 0,87% delle e
290 milioni di euro che la Puglia non ha speso nel 2018 per rispettare il vincolo del pareggio di bilancio ammontano in percentuale allo 0,87% delle entrate accertate totali. E dopo i rilievi della Corte dei conti sul cosiddetto «overshooting» – le risorse potenzialmente inutilizzate – la giunta Emiliano si difende: tra le Regioni del Sud, la Puglia è quella con il dato migliore.
La Regione fa riferimento al rapporto della commissione Bilancio della Camera secondo cui (nel 2017) la media dell’«overshooting» al Sud era pari all’1,5%, con la Puglia ampiamente al di sotto. Nel 2017, la quota di fondi non spesa era infatti pari a 211 milioni. Ma la stessa relazione spiega che il fenomeno è dovuto non tanto all’incapacità di programmazione (è l’analisi dei giudici contabili nella relazione allegata alla parifica) quanto ai ritardi nel trasferimento dei fondi statali e comunitari e ai vincoli della contabilità armonizzata «che possono risultare più stringenti rispetto a quello del pareggio»: detto in altri termini, esistono paletti alla spesa che rendono complicata l’erogazione delle risorse.
Emiliano ha garantito ai giudici contabili che lavorerà per ridurre il «tesoretto» non utilizzato. Le Regioni che fanno registrare un saldo di cassa pari a zero (uscite uguali alle entrate) possono ottenere risorse di investimento aggiuntive dallo Stato: ma, a quanto sembra, nel 2018 nessuno in Italia ha centrato questo obiettivo. D’altro canto, però, con lo 0,87% la Puglia è rimasta sotto la soglia di penalità dell’1% oltre la quale la legge impedisce – per l’anno successivo – di innalzare del 10% la spesa per i contratti di lavoro flessibile.
Luci ed ombre, dunque, con la Corte dei conti che ha bacchettato la Puglia soprattutto sulla gestione della spesa del personale. Il riferimento è alle stabilizzazioni dei 285 precari che la giunta Emiliano ha effettuato lo scorso anno sulla base di un insieme di norme. Secondo i giudici contabili, però, l’operazione potrebbe essere avvenuta senza copertura finanziaria, in quanto il piano della giunta non avrebbe correttamente ricostruito «l’entità della capacità assunzionale e la sua metodologia di calcolo». In particolare, sull’esistenza o meno della (dichiarata, dalla Regione) capacità assunzionale residua relativa al 2016 «che, peraltro, avrebbe dovuto avere destinazione vincolata per determinate e specifiche assunzioni» (il personale delle ex province). È per questo che la Procura della Corte dei conti potrebbe aprire un fascicolo con l’ipotesi di danno erariale.
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