Tutto accadde nell’agosto del 1968, nel polveroso stadio comunale ‘Miramare’di Manfredonia, quando si organizzò un triangolare di atletica leggera,tra
Tutto accadde nell’agosto del 1968, nel polveroso stadio comunale ‘Miramare’di Manfredonia, quando si organizzò un triangolare di atletica leggera,tra U.S. San Michele Manfredonia – U.S. Foggia e Avis Barletta ,giornata mitica dal caldo e dall’importanza unica quando i sipontini non respiravano solo calcio ma anche atletica,ch’era appena nata grazie al magistrale Michele Losito di veduta già per l’epoca molto ampia come spazio e tempo. Ovviamente la gara più attesa era per Pietro Mennea, che nonostante ancora sconosciuto a molti, nella nostra Puglia il suo nome girava di continuo di città in città,aveva appena sedici anniquando quel giorno gareggiò nella ‘Fossa dei Leoni’ , come veniva denominato il campo sportivo, Pietro dotato di una grande forza anche se un po’ sgraziato nella corsa ,che poi con gli anni anche se corretta lo accompagnò per tutto il resto della sua carriera di olimpionico, sempre addosso portava quel suo portamento e stile molto particolare,in una corsa inusuale grintosa fatta di spinte innata di passione veloce ,quello di scattare dal basso per poi andare in alto verso il volo delle nostre Piste disastrose del Sud.
La sua corsa riferita agli altri velocisti, come appare qui nella foto,si vede una certa differenza di talento pronto a spiccare il salto nazionale. In quella gara come vedete appare la piccola tribuna e la magica tradizione della Manfredonia di atletica la quale veniva respirata come pane. Cosa volete io nel 1968 di quel agosto ero davvero piccolo,posso comunque ricordare qualche nome, ma ce la metto tutta per ricordare il grande Pietro. Credo ma su questo sono certo, uno di quei velocisti che vengono ritratti nella foto penso che sia Italo Magno, davvero bravo, e credo Granatiero, se non vado errato, pensate che Italo deteneva un record di 11,02 sui cento,per quel tempo prestazione notevole,ma Mennea era un’altra cosa la sua corsa poca da paragonarsi con gli altri,lui, Pietro, era nato con una potenza maggiore nell’assalto sulla pista con la sua lunga falcata poderosa da portare con l’anima e i denti fino all’estremo delle forze, ragazzi che classe, che campione di commovente avvenimento abbiamo avuto nella nostra città. Quando nemmeno qualche anno dopo dal triangolare del Miramare,il grande Pietro diventò non solo un campione nazionale ma anche mondiale a soli 17 anni.
di Claudio Castriotta
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