Il ministero della Salute ha detto sì: i 318 milioni di risorse residue per l’edilizia sanitaria possono essere destinati a due nuovi ospedali (quello
Il ministero della Salute ha detto sì: i 318 milioni di risorse residue per l’edilizia sanitaria possono essere destinati a due nuovi ospedali (quello del Sud Salento e quello di Andria) e all’ammodernamento dei «Riuniti» di Foggia. Il parere positivo con cui a inizio luglio il Nucleo di valutazione degli investimenti ha emanato alcune piccole osservazioni è stato già recepito, la scorsa settimana, dalla giunta regionale. E dunque dopo l’estate il capo del dipartimento Salute, Vito Montanaro, potrà firmare il nuovo accordo di programma che renderà disponibili i fondi per il piano stralcio: sono complessivamente 335 milioni, perché il 5% (16,7 milioni) sarà a carico del bilancio regionale.
L’ospedale del Sud Salento sorgerà tra Maglie e Melpignano con una spesa di 142 milioni e consentirà di disattivare gli attuali ospedali Scorrano e Galatina: l’area individuata, in territorio di Melpignano, ha già creato molte polemiche. Quello di Andria vale invece 138 milioni e sostituirà anche Canosa (già chiuso) e Corato. Con le risorse residue sul fondo ex articolo 20, come detto, verranno finanziate anche la demolizione e ricostruzione di parte del monoblocco e la riqualificazione di alcuni plessi minori del policlinico di Foggia, per un valore di circa 55 milioni. Sul punto, i tecnici del ministero hanno chiesto alla Regione di rivedere lo studio di fattibilità, specificando meglio la destinazione degli spazi e il ruolo del nuovo laboratorio. Ma si tratta, appunto, di problemi minori.
Con la proposta messa a punto a gennaio scorso, la giunta regionale aveva individuato 22 interventi infrastrutturali per la sanità, ma i fondi disponibili permettono di finanziare i primi quattro. Questo significa, ad esempio, che il nuovo ospedale del Nord barese (la nuova struttura che il piano di riordino del presidente Emiliano aveva previsto tra Bisceglie e Terlizzi per assorbire anche gli attuali ospedali di Molfetta e Trani) è definitivamente rinviato a data da destinarsi.
I due nuovi ospedali rientrano a pieno titolo dei temi della prossima campagna elettorale per le Regionali, tanto che in sede locale già si parla di «cinque anni» per la realizzazione. Ottimismo che non trova riscontro. Andranno infatti predisposte le progettazioni su cui impostare le gare d’appalto, probabilmente utilizzando come riferimento il lavoro preliminare già fatto per l’ospedale di Monopoli-Fasano. Sulla carta l’ospedale del Sud Salento avrà 387 posti letto, quello di Andria 386, numeri che dovranno essere confermati dopo una analisi più approfondita. Tra aprile e maggio le Asl interessate hanno approvato gli studi di fattibilità già inviati a Roma. Ipotizzando che l’accordo stralcio con il ministero venga firmato a settembre ottobre, gli appalti potrebbero partire a fine 2020: serviranno insomma sei-sette anni, anche se la Regione sta provando ad accelerare disponendo il trasferimento alle Asl del proprio 5% così da consentire l’affidamento delle progettazioni esecutive.
La Puglia ha già in piedi due interventi di edilizia ospedaliera, il nuovo ospedale di Taranto e quello di Monopoli-Fasano, entrambi finanziati con le risorse ex Fsc (oggi Patto per il Sud) da cui la giunta Vendola attinse 225 milioni. Ma se il cantiere per l’ospedale barese è già aperto, l’intervento di Taranto è in ritardo: la gara d’appalto è infatti nelle mani del Tar di Lecce, che deciderà il 29 ottobre. Nel frattempo la firma del contratto resta congelata.
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