Ma chi lo dice che i castelli siano dimore soltanto di re, regine e principesse? Il castello di Manfredonia, la cui costruzione fu fatta cominciare gi
Ma chi lo dice che i castelli siano dimore soltanto di re, regine e principesse? Il castello di Manfredonia, la cui costruzione fu fatta cominciare già dallo stesso Re Manfredi, ha visto nell’arco della sua lunghissima storia diverse metamorfosi. Ciò che più mi affascina è pensare che agli inizi del ‘900 fu utilizzato per ospitare i poveri della città.
Dopo il sacco dei Turchi del 1620 ci si rese definitivamente conto che questa fortezza, tanto possente e bella da vedere, in realtà non fu mai adatta a ciò per cui era stata costruita: ovvero, ad essere luogo di difesa e macchina bellica. E così, il castello per oltre due secoli fu adeguato a caserma e quindi dotato di un corpo di guardia, di alloggi e di una prigione. Visse la sua vita militare, come racconta lo storico e architetto Nunzio Tomaiuoli, fino al 1844. Poi divenne di proprietà dell’Orfanotrofio Militare di Napoli e nel 1901 fu acquistato dal Comune.
Vi è una descrizione del 1902 in cui si legge di pianterreni adibiti ad uso di stalle e di depositi per foraggi, legname ed altro, mentre i locali superiori a cui si accedeva da una rampa erano stati trasformati in abitazioni moderne. Queste furono utilizzate come una sorta di ‘case popolari’ in cui il Comune ospitò gli indigenti.
Ecco dunque, spuntare in alcune foto d’epoca del castello, case incastonate all’interno del castello, con tanto di comignoli, e all’esterno della fortezza distese di panni e lenzuola ad asciugare, appartenenti alle famiglie sipontine che per via di precarie condizioni economiche si trovarono a vivere nel castello.
Chissà come dev’essere stato per i sipontini degli inizi del ‘900 vivere in questo maestoso castello che tanti episodi di guerra, amore, matrimoni da favola ed atroci assassinii aveva visto!
Negli anni ’50 del secolo scorso il Genio Civile di Foggia per garantire la staticità del complesso attuò interventi che cancellarono per sempre dall’interno della fortezza di Manfredonia le tracce della caserma, della cappella e delle abitazioni.
Nel 1968 l’Amministrazione dell’epoca donò il castello alla Soprintendenza per istituire al suo interno un museo. Da allora finalmente le sue mura e la sua storia cominciarono ad essere preservati con cura anche se, da quando non appartiene più al Comune, questo nostro monumento che in passato avevamo persino abitato, oggi ci appare un po’ distante e tra i sipontini serpeggia spesso la voglia di ‘riconquistarlo’.
Maria Teresa Valente
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