SE non è definita “la strada della morte” poco ci manca. Su quei circa 35 chilometri di asfalto che si snodano da Foggia a Manfredonia, ci hanno lasci
SE non è definita “la strada della morte” poco ci manca. Su quei circa 35 chilometri di asfalto che si snodano da Foggia a Manfredonia, ci hanno lasciati la vita decine di persone incappati in incidenti stradali a volte anche banali. L’ultimo, in ordine di tempo, è dei giorni scorsi. Un incidente tra un’automobile e una motocicletta che ha causato la morte di un giovane foggiano esperto motociclista, verificatosi sul tratto della statale 89 Foggia-Manfredonia, che costeggia l’area industriale.
UN TRATTO rettilineo che si biforca per Manfredonia e per la circumvallazione. Poco più di un chilometro sul quale si concentra un particolare traffico di automezzi di ogni genere dovuto alla vicinanza dell’area industriale e di altre attività che si affacciano su quel tratto di strada. Un via vai nei due sensi di marcia spesso incontrollato. E’ pertanto capitato che succedessero degli incidenti fra automezzi, lievi ma anche di tragica entità come appunto quello di domenica scorsa. Incidenti conseguenti per lo più alla indisciplina dell’utenza della strada che non osserva le regole del codice della strada e i segnali stradali orizzontali e verticali opportunamente posizionati. L’incoscienza cozza con la prudenza.
NEL CASO di quest’ultimo tragico incidente, la causa accertata è stata quella dell’inversione ad U di una automobile contro la quale è incappata la motocicletta. Se quell’incauto automobilista (poi tratto in arresto) avesse avuto il buon senso di utilizzare il cavalcavia che regola gli accessi all’area industriale e dunque su quella statale 89, distante un paio di centinaia di metri, non sarebbe successo nulla.
ANCHE questa volta, così’ come in tutte le altre circostanze simili, è stato invocato a gran voce il posizionamento di uno spartitraffico che metta ordine nelle correnti di traffico nei due sensi. Serve essenzialmente – evidenziano gli esperti – ad obbligare a seguire i rispettivi sensi di marcia delle due corsie e dunque costringere a chi deve invertire la marcia o immettersi su altre vie dell’opposta carreggiata, a utilizzare il cavalcavia.
MA IL PROBLEMA della sicurezza investe l’intera arteria che da Foggia arriva sul golfo da una parte, e dall’atra conduce verso il Gargano. La cronaca si è dovuta occupare ripetutamente di incidenti stradali che hanno nella mancanza di uno spartitraffico la causa principale. Tra i tratti estremi anche quello antistante la basilica di San Leonardo sul quale si sono verificati gravissimi incidenti. Il posizionamento di mini-dissuasori non risolve di certo i problemi che con l’intensificarsi dei traffici in concomitanza dell’estate si complicano maledettamente.
PROBLEMI ben noti peraltro da anni alle autorità competenti tant’è che l’ANAS predispose, una decina di anni addietro, un articolato progetto che comprendeva anche gli svincoli per San Giovanni Rotondo, che venne pure finanziato ma che al momento opportuno quei soldi sparirono, destinati ad altri progetti. Sarebbe il caso di riprendere quel discorso ed inserire la 89 Foggia-Manfredonia tra i progetti da finanziare con gli interventi di cui tanto si parla.
Michele Apollonio
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