Da anni paghiamo all’A.Q.P. la tassa per la depurazione dei nostri scarichi fognari, per preservare l’ambiente, il nostro mare e la nostra salute, epp
Da anni paghiamo all’A.Q.P. la tassa per la depurazione dei nostri scarichi fognari, per preservare l’ambiente, il nostro mare e la nostra salute, eppure l’impianto di depurazione ha funzionato poco e male, tanto da inquinare il mare di Siponto come confermano le innumerevoli denunce accumulate dai responsabili dell’AQP.
L’ultimo episodio di grave inquinamento è quello della scorsa estate che portò all’inevitabile divieto di balneazione alla vigilia di ferragosto, con grave danno economico ai gestori dei lidi balneari ed all’immagine turistica di Manfredonia.
L’Associazione Manfredonia Nuova, da sempre sensibile ai problemi ambientali, già negli anni precedenti aveva denunciato alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Foggia l’inquinamento del mare del Golfo di Manfredonia, dovuto al cattivo funzionamento del depuratore di Manfredonia. In quell’occasione scrisse anche al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, chiedendogli di intervenire.
Le nostre richieste, all’A.Q.P. e a tutti gli organi competenti, di accesso agli atti ed al depuratore non sono mai state accolte, a dimostrazione della scarsa trasparenza nella gestione dell’impianto.
Il sopralluogo al depuratore di Manfredonia, del 28 marzo scorso, cui ha partecipato anche un nostro tecnico di fiducia, ha evidenziato un netto miglioramento della situazione delle acque reflue trattate. Tuttavia, è stato accertato che le opere previste nel progetto del 2014 non sono state completate, infatti, non sono ancora collaudabili. L’A.Q.P. ha comunque ottenuto una proroga fino al 30 giugno per mettersi in regola con lo scarico.
Grande, perciò, resta la nostra preoccupazione per il corretto avvio e svolgimento della stagione balneare alle porte.
Il progetto del 2014 doveva risolvere il problema degli odori molesti, migliorare la qualità delle acque scaricate nel Candelaro ed ottimizzare il ciclo dei fanghi, considerata l’impossibilità di continuarne lo smaltimento in agro di Manfredonia per non immettere più nelle falde acquifere streptococchi e coliformi.
L’adeguamento dell’impianto di depurazione era giustificato anche dal progettato arrivo nel depuratore (ancora in alto mare) delle acque reflue di tutta la Riviera Sud.
Il sopralluogo ha evidenziato:
- la mancata copertura di tutte le zone odorigene dell’impianto, con conseguente non eliminazione totale degli odori molesti;
- le ultime analisi dell’ARPA sulle acque di scarico non evidenziano la diminuzione della quantità di azoto e fosforo, responsabili dei processi di eutrofizzazione del mare;
- Sul ciclo dei fanghi non esprimiamo giudizi, in quanto l’A.Q.P. non ha avviato la centrale termica, la torcia, il gruppo elettrogeno e il digestore anaerobico già presenti nell’impianto da decenni.
Confidiamo che riuscirà entro il 30 giugno 2019 ad avviare anche il secondo digestore anaerobico realizzato, insieme a tutte le apparecchiature preesistenti.
Noi di Manfredonia Nuova, attenti alla salute del nostro mare, per i risvolti economici, ambientali e sociali, siamo convinti, e i fatti lo hanno dimostrato, che l’inquinamento del Golfo è provocato dallo scarico, attraverso il Candelaro e gli altri torrenti o direttamente a mare, dei depuratori di oltre venti Comuni della provincia di Foggia.
Pertanto, sollecitiamo la Regione, il Prefetto, la Provincia e il Sindaco, ciascuno con gli organi preposti ai controlli ambientali, a convocare al più presto una conferenza di servizio per verificare il completamento dei lavori ed attivare i necessari stringenti controlli sull’ecosistema del Golfo e di tutti i torrenti che vi sfociano.
A tal fine proponiamo la formazione di un comitato tecnico di esperti nominati dalle istituzioni, dalle associazioni ambientaliste e dalle associazioni di categorie, per monitorare la gestione ed il funzionamento di tutti i depuratori della Capitanata, nonché promuovere la rigenerazione delle acque superficiali che affluiscono nel Golfo di Manfredonia.
Manfredonia, 7 aprile 2019
La Presidente
Ins. Enrica Amodeo
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