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Ieri i cittadini di Manfredonia hanno potuto gustarsi il trionfo dell’insipenza dei loro amministratori e di quello che resta della maggioranza che li sostiene.
L’arroganza, invece, se l’è portata via il sindaco, presentando le sue “irrevocabili” dimissioni.
Infatti, nell’ultimo consiglio comunale, i consiglieri di questa rabberciata coalizione maggioritaria (così come gli assessori superstiti) hanno dato l’impressione di non sapere neanche di cosa si parlasse e, rifiutando qualsiasi consiglio, si sono incartati sul PEF, allungando a dismisura i tempi di lavoro.
Ci pare inutile entrare nel merito dei provvedimenti approvati e tabelle ritirate senza una logica, ma solo per esigenze populiste e di salvataggio della poltrona.
Vorremmo, però, fare una riflessione sul “convitato di pietra” dell’assemblea.
L’aggettivo “irrevocabile” nel linguaggio politico, soprattutto nel vocabolario riccardiano, significa “Esente da possibilità di un ripensamento…Fino a quando non ci sarà un ripensamento”.
Tradotto: Le dimissioni del sindaco Riccardi sono da considerarsi irrevocabili finquando, egli stesso, non le revocherà entro il termine di venti giorni. E state pur certi che questo accadrà.
E ieri, i coraggiosi cittadini che – tra una risata, uno sberleffo, uno sbadiglio ed un conato di vomito – hanno seguito il consiglio comunale, in aula o in streaming, si sono ritrovati spettatori del “momento più alto” di tutta la serata: “L’ode a Riccardi, sindaco dimissionario” by Damiano D’Ambrosio, consigliere ed ex(?) capogruppo PD.
Egli, con piglio shakespeariano – degno del miglior Sir Lawrence Oliver – e con la stessa sincerità con cui un imbonitore declama la qualità della sua merce, ha decantato l’enorme spirito di sacrificio con cui il “responsabile” (il termine più abusato da questa amministrazione) dimissionario lascia il comando con grande sofferenza ed amore per la città.
Cari cittadini di Manfredonia…STATE SERENI.
Il vostro amato sindaco non vi lascerà soli e non lascerà in “braghe di tela” la sua squinternata maggioranza, che senza la sua guida vagherebbe smarritae sperduta nel “mare magnum” dell’anonimato più profondo.
GIANNI FIORE e MASSIMILIANO RITUCCI
Consiglieri Movimento 5 Stelle
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