<convulsa serata del consiglio comunale - sindaco dimissionario assente - chiedere scusa alla città - violazioni di legge - <atto di indirizzo&g
<convulsa serata del consiglio comunale – sindaco dimissionario assente – chiedere scusa alla città – violazioni di legge – <atto di indirizzo> – problema tecnico-legale – Cosa c’è sotto – acqua da tutte le parti>>
Oltre cinque ore di discussioni, inframezzate da tre sospensioni, in un clima arroventato, contestazioni di ogni genere, con parole oltre le righe, per approvare il Piano economico e finanziario dell’Ase, l’azienda ecologica partecipata del comune e le tariffe Tari 2019. E’ in sintesi la convulsa serata del consiglio comunale definita da Cristiano Romani, FI, <una corrida>, riunito in seconda convocazione dopo che la prima era andata deserta per l’assenza della maggioranza, sindaco compreso. Sindaco Riccardi che alla vigilia aveva protocollato le proprie dimissioni con una motivazione che riassume la situazione che da tempo si trascinava sempre più incontrollata. <Ho constatato l’assenza di una maggioranza politica qualificata che sostenga l’azione di governo> ha scritto nella lettera inviata alla segretaria generale e al presidente del consiglio che ne ha dato notizia all’inizio della seduta.
Piuttosto tiepido e distaccato il commento di Damiano D’Ambrosio, esponente del PD, che ha parlato di <una maggioranza degenerata> dove <ogni consigliere ha dettato le proprie condizioni>; mentre Gianni Fiore, Cinquestelle, ha rilevato come <sia grave che il sindaco dimissionario non sia presente in aula a spiegare le ragioni e a chiedere scusa alla città per non aver saputo raggiungere gli obiettivi elettorali>.
Ad aprire le contestazioni il consigliere indipendente Angelo Salvemini che ha riproposto l’irregolarità della convocazione del consiglio. <Le regole vanno rispettate e qui vi sono palesi violazioni di legge> ha protestato. Una posizione ripresa e sostenuta da vari consiglieri d’opposizione. Italo Magno, Manfredonia Nuova, richiamando i riferimenti di legge ha affermato che <il mancato rispetto delle normative costituisce un vizio che potrebbe determinare l’invalidità per illegittimità la delibera che andiamo a votare>.
Ritirata la delibera riguardante le tariffe Tari, la discussione si è incentrata su quella del Pef fortemente attaccato dalle opposizioni (Rituicci, Magno, Romani, Taronna) con rilevi riguardanti aspetti contabili e legali. <Al posto dei numeri ci sono dei puntini> Massimiliano Ritucci; <Si pagano costi per altri servizi> Gianni Fiore; <Tabelle illeggibili> Leonardo Taronna; <Una grande confusione> Cristiano Romani.
Critico anche l’assessore all’ambiente Antonio Prencipe sui tempi di presentazione del documento, sulla pulizia della città, sui costi ASE. Per evitare l’aumento delle tariffe ha proposto l’introduzione di un <atto di indirizzo> che sproni l’amministratore unico di ASE <a spalmare il maggior onere a carico dei contribuenti sui costi aziendali>. La proposta ha creato un problema tecnico-legale: l’atto di indirizzo avrebbe modificato il Pef nei numeri e nella direttiva e non dava garanzie sulla sua applicabilità da parte di ASE. Anche perché, è venuto fuori dalla bagarre della discussione, che la somma da recuperare è di 168.420, 39 euro, vale a dire 1,5 euro a contribuente. Una “bazzecola” che Michele La Torre, Massimiliano Ritucci, Gianni Fiore, hanno severamente censurato: <Tutta questa montatura per 1 un ero e cinquanta> è stato rilevato. <Cosa c’è sotto – ha rincarato Magno – cosa si nasconde dietro un Pef che fa acqua da tutte le parti>.
Scontata l’approvazione alle 23,13 in un’aula semideserta, 10 i favorevoli.
Michele Apollonio
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