Ictus ischemico, primato di Casa Sollievo. Superata la soglia dei 100 trattamenti

La Stroke Unit dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ha da poco superato il numero di 100 trattamenti di trombolisi per pazienti colpiti da ictus

Tutto pronto a salpare per le Tremiti
Covid: militari distribuiranno il vaccino Pfizer in Italia. La prima vaccinata un’infermiera
Puglia, record di docenti precari: a settembre un esercito di 10mila

La Stroke Unit dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ha da poco superato il numero di 100 trattamenti di trombolisi per pazienti colpiti da ictus ischemico. Un traguardo raggiunto grazie al lavoro di una equipe clinica multidisciplinare dedicata all’ictus cerebrale (che comprende le unità di Neurologia, Radiologia diagnostica, Radiologia Interventistica, Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione, Laboratorio Analisi) e attraverso l’applicazione delle metodologie del Sistema Gestione Qualità e della Direzione Sanitaria. L’approccio multidisciplinare e la guida metodologica, applicati alle innovazioni organizzative, rappresentano una costante che garantisce il controllo del rischio clinico e dei risultati.

L’ICTUS ISCHEMICO

L’ictus ischemico è una malattia dovuta all’ostruzione di un vaso sanguigno cerebrale, causata da un coagulo che si forma localmente a seguito di alterazioni della parete, come nel caso dell’aterosclerosi, o preveniente da altre arterie o dal cuore. «Ad oggi – spiega Pietro Di Viesti, neurologo coordinatore della Stroke Unit dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza – la terapia più efficace in questi casi è quella di disostruire il vaso e ripristinare nel più breve tempo possibile il flusso sanguigno. Tutto ciò si può fare in due modi: sciogliere il coagulo somministrando farmaci per via venosa, la cosiddetta trombolisi endovenosa o sistemica, o rimuovendo il coagulo mediante cateteri introdotti per via arteriosa, tecnica definita trombolisi meccanica endoarteriosa»

Essendo l’ictus cerebrale ischemico una malattia tempo-dipendente, è fondamentale che il trattamento per via endovenosa e endoarteriosa, venga iniziato il più precocemente possibile. Attraverso il rapido riconoscimento dei sintomi, facilmente individuabili (vedi box), si avvia un immediato e corretto iter diagnostico e si pianifica la terapia più idonea nel singolo paziente. Bisogna intervenire entro quattro ore e mezza per la trombolisi endovenosa, e sei ore per quella endoarteriosa, sempre se sono soddisfatti una serie di criteri di selezione che devono essere valutati dal medico caso per caso.

«Questo perché – continua Di Viesti – i trattamenti di rivascolarizzazione sono tanto più efficaci quanto più precocemente si riesce ad eseguirli. Questo si traduce in una vera e propria corsa contro il tempo con una catena di azioni che coinvolge molti professionisti in quello che prende il nome di “percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale” dell’ictus acuto».

Al superamento del traguardo delle 100 trombolisi, ad oggi se ne contano 107 per la precisione, ha contribuito l’impegno del personale medico, tecnico, infermieristico e degli operatori socio sanitari coinvolti che hanno condiviso, fin dall’inizio, il percorso formativo e la trasformazione culturale che ha cambiato decisamente l’approccio alla patologia.

Ecco perché più di 100 trombolisi rappresentano un traguardo importante, perché sono il frutto di un approccio multidisciplinare che ha portato a migliorare la prognosi di una malattia così grave e potenzialmente fatale.

RICONOSCERE I SINTOMI

Solitamente l’ictus compare senza dolore mentre nel caso dell’emorragia celebrare insorge spesso un forte mal di testa. I sintomi più comuni sono intenso formicolio o mancata sensibilità ad una metà del corpo, o difficoltà o impossibilità a muovere un braccio o una gamba, oppure deviazione della bocca. In alcuni casi si manifestano difficoltà a parlare o a vedere da un occhio. Se questi sintomi durano solo pochi minuti si parla di TIA, ovvero attacchi ischemici transitori. Questi casi devono essere comunque considerati con la massima attenzione poiché possono anticipare un ictus.

Stroke Unit

La Stroke Unit è dedicata alla cura dei pazienti colpiti da malattia cerebrovascolare acuta, meglio nota come ictus, ischemico o emorragico. È composta da medici, tecnici e infermieri specializzati, effettua l’inquadramento diagnostico, la valutazione neurologica, clinica generale e somministra i trattamenti più appropriati, farmacologici, mini-invasivi, fino agli interventi chirurgici. La scelta tra questi è spesso legata anche alla tempestività con cui il paziente raggiunge l’ospedale. Studi scientifici hanno dimostrato che con questa modalità coordinata di trattamenti si possono ridurre sia la mortalità sia il livello di invalidità dei pazienti che sopravvivono.

COMMENTI

WORDPRESS: 0