È servito un blitz congiunto delle squadre mob
È servito un blitz congiunto delle squadre mobili di Foggia e Milano per giungere all’arresto di Francesco Scirpoli (a sinistra in foto), boss di Mattinata detto “il lungo”. L’uomo, ritenuto tra i capi del clan Romito soprattutto dopo la morte di Mario Luciano Romito, ucciso il 9 agosto 2017 nella strage di San Marco in Lamis, è stato arrestato per la rapina a un portavalori a Bollate, in provincia di Milano, avvenuta il 15 ottobre 2016 intorno alle ore 8:30 sulla SP Monza-Rho. Per lo stesso episodio è finito agli arresti anche il mattinatese Antonio Quitadamo (a destra in foto) detto “baffino”, pure lui esponente di spicco dei Romito, già detenuto nel carcere di Melfi per altre ragioni.
Arrestati assieme ai due garganici, Catello Lista di Manfredonia, Raffaele D’Assisti di Canosa ma residente a San Ferdinando di Puglia, Giancarlo Valerio D’Abramo di Cerignola,Francesco Mavellia di San Ferdinando di Puglia, Carmine Valerio di San Ferdinando di Puglia, Pietro La Monaca di San Ferdinando di Puglia e Maurizio Nicola Correra di Foggia, quest’ultimo già arrestato per il tentato omicidio del fratello. Tutti sono accusati a vario titolo di rapina e detenzione di armi.
Scirpoli e Quitadamo non sono nuovi a questo genere di reato. Infatti nel 2015 finirono al centro dell’operazione dei carabinieri “Ariete” riguardante il progetto di assalto a un portavalori tra Vieste e Mattinata. In “Ariete” furono coinvolti anche lo stesso Mario Luciano Romito, Francesco Pio Gentile detto “passaguai” ed altri soggetti di rilievo del clan garganico come il viestano, Danilo Pietro Della Malva detto “u’ meticcio” e il sammarchese, Luigi Ferro.
Scirpoli è più volte finito al centro delle cronache, soprattutto dopo lo scioglimento del Comune di Mattinata per mafia. Molto chiacchierata fu anche la sua stretta parentela con l’ex segretario del Pd cittadino della quale è il fratello. Stesso discorso per “Baffino”, più volte interessato da operazioni delle forze dell’ordine e recentemente colpito da un massiccio sequestro di beni.
La partecipazione dei due mattinatesi a quell’assalto dimostra ancora una volta la stretta collaborazione tra le varie realtà criminali della provincia di Foggia che, in alcuni casi, stringono alleanze e agiscono in simbiosi, soprattutto quando si tratta di smerciare droga o organizzare assalti e rapine.
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